“Un'opera inutile e dannosa. Uno spreco di denaro pubblico che rovinerà la zona di via Martiri d'Ungheria”. E' in estrema sintesi il messaggio rilanciato questa mattina a Benevento dal Comitato “Gallerie? No Grazie. Basta opere inutile e dannose difendiamo la vivibilità” che, all'incrocio tra viale Atlantici e via Martiri d'Ungheria, ha allestito un banchetto per la raccolta firme per chiedere lo stop all'opera.
Il progetto in questione è quello rilanciato dal Comune di Benevento che prevede il completamento dell'Asse interquartiere Area stadio rione Libertà- rione Mellusi, con un finanziamento di circa 30 milioni di euro dai Fondi di sviluppo e coesione.
Un progetto che si basa, in sostanza sul completamento di tre gallerie:
- Via delle Puglie – via Martiri d'Ungheria con un tunnel più superficiale, esclusivamente pedonale e un ascensore che sale nella parte alta di viale Martiri d’Ungheria e con “locali adibiti a mostra”;
- Via Avellino – Via Martiri d'Ungheria che sarà destinata a parcheggio interrato,
- Via Santa Colomba – Via Martiri d'Ungheria più profonda e più propriamente carraia con due carreggiate per ogni senso di marcia.
“Via Martiri d'Ungheria rimarrà confinata con tre voragini al suo interno e spazi sotterranei che non hanno alcuna funzione – spiega Giovanni Giusti, portavoce del Comitato “Gallerie? No Grazie. Basta opere inutile e dannose difendiamo la vivibilità” -. Le funzioni descritte dall'amministrazione sono ancora confuse e addirittura illegali, in particolare quando si parla di parcheggi è necessario tener conto che il parcheggio in galleria non è consentito secondo l'articolo 158 del codice della strada. Inoltre – prosegue – l'opera creerà ulteriori problemi al traffico cittadino”.
Di qui l'iniziativa della raccolta firme per una petizione al presidente della Giunta regionale Vincenzo De Luca e al sindaco Clemente Mastella per chiedere lo stop all'opera.
“Abbiamo già in atto diversi incontri con le forze politiche – prosegue Giusti - e vogliamo rivolgerci alla cittadinanza. Crediamo, infatti, che non si possono utilizzare fondi che vengono chiamati di sviluppo e coesione per determinare una rottura all'interno del tessuto urbano e umano. Un'opera serve solo per spendere soldi”.
E infine “Per quanto riguarda gli scavi già esistenti crediamo che possano essere collegati alla struttura cittadina in forme diverse e più adatte”.
