Si è discusso del reinserimento lavorativo dei detenuti nel corso del convegno dal titolo "Recidiva Zero: un viaggio attraverso la Legge Smuraglia". Un confronto promosso dalla Garante dei Detenuti della Provincia di Benevento, in collaborazione con la Conferenza dei Garanti Territoriali delle persone private della libertà. Un evento realizzato con il contributo della Camera Penale di Benevento, Rotary Club,International Inner Wheel - Distretto 210, CNEL, Gramigna Aps.
Alla Rocca dei Rettori l'incontro con il Garante regionale Samuele Ciambriello che ha acceso ancora una volta i riflettori sulla necessità di riformare il sistema penitenziario in Italia. “Ci sono circa 63220 detenuti in tutta Italia, 7760 detenuti in Campania i lavoratori interni sono 1950”, i dati illustrati dal garante.
Poi l'attenzione sulle necessità rilevate all'interno degli Istituti di Pena: “20mila in Italia sono detenuti stranieri”, di qui l'esigenza secondo quanto rilevato dal garante di un “maggior numero di mediatori. Tanti concorsi? Sì ma non bastano”.
Ciambriello: “Per reinserimento lavorativo la prima battaglia è culturale”
Ma non è solo una questione strutturale, per “il reinserimento la prima battaglia è culturale”. C'è inoltre l'aspetto formativo, quindi l'esigenza di “incrementare l'orientamento professionale”. Da Samuele Ciambriello l'appello anche per la provincia di Benevento: “Il detenuto deve cambiare e lo deve fare stando in carcere o nelle comunità”.
Obiettivo dell'iniziativa, infatti, è stato quello di sensibilizzare sul reinserimento sociale e nel mondo del lavoro e sui benefici previsti dalla Legge numero 193/2000, nota come Legge Smuraglia.
Protocolli operativi per il reinserimento lavorativo dei detenuti
“Benevento ha fatto importanti passi in avanti per il reinserimento”, ha spiegato Patrizia Sannino, Garante dei Detenuti della Provincia di Benevento ribadendo la necessità di promuovere la formazione. Ed ecco dal Sannio la proposta di protocolli operativi che consentano poi di individuare le necessità delle aziende ovvero i profili lavorativi richiesti”.
“Siamo qui per sensibilizzazione il territorio”, ha chiarito ancora Sannino: “Un territorio, quello beneventano, molto inclusivo”. Di qui l'idea di “protocolli operativi per fare una profilazione delle figure richiesti dalle aziende”.
