Quella foto hard e una storia tutta interna all'Arma

Indagati una donna ed 8 tra sottufficiali e ufficiali dei carabinieri. Il gip decide se archiviare

Benevento.  

Una storia tutta interna all'Arma dei carabinieri. Inevitabilmente delicata, al punto da richiamare l'attenzione del Ministero della difesa sul versante disciplinare, perchè chiama in causa, nelle intenzioni di chi si ritiene danneggiato, una intera scala gerarchica: una Stazione sannita e la relativa Compagnia i pioli iniziali, il Comando provinciale e la Legione Campania, rispettivamente, quelli intermedio e finale.

Nove le persone tirate in ballo – brigadieri, marescialli ed ufficiali di diverso lignaggio- da un'inchiesta relativa a fatti che risalgono al periodo tra il 2014 ed il 2015 e che il pm Donatella Palumbo ha chiesto di archiviare. Una scelta alla quale si è opposta la parte offesa – un sottufficiale, rappresentato dall'avvocato Maria Carideo -, ora toccherà al gip Gelsomina Palmieri decidere se suturare la ferita aperta nel corpaccione dell'Arma, decretando la fine dell'attività investigativa, disporre un supplemento d'indagine o l'imputazione coatta.

Tra coloro che sono finiti nel mirino degli inquirenti figura anche una donna. E' da lei, all'epoca trentottenne, che parte tutto. Siamo nell'estate del 2014 quando denuncia di aver subito molestie telefoniche. Le ha ravvisate in un messaggio whatsapp che ha ricevuto sul suo cellulare. Arriva dall'utenza di un carabiniere che lavora in un centro poco distante da quello in cui lei abita. La foto allegata lascia poco spazio alla fantasia: ritrae un polso che indossa un orologio e l'organo genitale maschile.

La destinataria della comunicazione non ha dubbi sulla natura del gesto compiuto dalla divisa. Che, a sua volta, sosterrà poi di aver usato un'immagine di Rocco Siffredi con l'unica intenzione di fare uno scherzo ad una interlocutrice con la quale aveva già scambiato qualche conversazione, altri messaggi ed il numero di telefono.

L'inchiesta sfocia in una proposta di archiviazione formulata nel settembre 2015, ed accolta dal Gip nel dicembre dello stesso anno,dal pm Giacomo Iannella, per infondatezza della notizia di reato e per la remissione della querela da parte della donna. Tutto risolto? Neanche per sogno. Perchè il sottufficiale, nel frattempo trasferito, prima provvisoriamente, poi definitivamente, passa al contrattacco. E denuncia per calunnia la donna, e per abuso d'ufficio, calunnia, falso e omissione in atti di ufficio quanti, nell'Arma, si sono occupati, a vario livello, del suo caso.

La querela innesca una ulteriore inchiesta sulla quale la Procura propone l'archiviazione per le nove persone. Il maresciallo non è d'accordo, ecco il motivo della camera di consiglio che si è tenuta questa mattina dinanzi alla dottoressa Palmieri. Spazio, oltre che per il legale della parte offesa, per gli avvocati Ettore Marcarelli, Angelo Leone, Andrea De Longis junior, Massimiliano Cornacchione e Maria Zollo, difensori degli indagati, che hanno evidenziato l'infondatezza degli addebiti mossi nei confronti dei loro assistiti. L'attesa, ora, è per la pronuncia del giudice: calerà o no un velo sulla vicenda?

Esp