Del Basso De Caro interrogato in Procura: Sereno e tranquillo

Lui e la moglie Ida Ferraro hanno respinto ogni addebito

Benevento.  

Erano le 18.10 quando Umberto Del Basso De Caro, sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, è uscito dalla Procura. C'era entrato due ore prima con il suo difensore, l'avvocato Marcello D'Auria, atteso dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo e dal sostituto Francesca Saccone, che l'hanno interrogato, su sua richiesta, in un'indagine della Squadra mobile nella quale gli sono state contestate le ipotesi di reato di tentata concussione e voto di scambio. Lui le aveva fermamente respinte quando la notizia era di diventata di pubblico dominio, lo ha fatto anche stavolta. “Ho rispetto per il lavoro di tutti, ma nessuna dichiarazione”, ha detto il parlamentare, al termine, ai tre giornalisti che erano pronti a raccoglierne il punto di vista dopo il faccia a faccia con gli inquirenti.

“Sono sereno e tranquillo”, ha aggiunto Del Basso De Caro prima di infilarsi in auto. Le vicende per le quali è stato chiamato in causa, come è noto, fanno riferimento al contenuto di alcune telefonate intercettate nel febbraio 2013.La presunta tentata concussione è stata ravvisata nel tentativo che avrebbe fatto sul dirigente generale del Rummo dell'epoca, Nicola Boccalone, perchè rimuovesse o trasferisse alcuni funzionari ritenuti ostili alla moglie del deputato, Ida Ferraro, dirigente amministrativo dell'azienda ospedaliera.

Anche lei, sempre accompagnata dall'avvocato D'Auria, ha fatto tappa in Procura, ma nella tarda mattinata. Intorno a mezzogiorno e mezzo l'inizio del suo interrogatorio, terminato alle 15. Un lasso di tempo nel corso del quale la dottoressa Ferraro ha negato l'addebito di voto di scambio, prospettato in concorso con il marito e Rita Cardone, impiegata Asl aggregata fino al dicembre 2012 al Rummo, dove sarebbe stata trasferita a distanza di tempo.

Ferraro ha chiarito i termini della conversazione con il coniuge, spiegando che quell'espressione pronunciata al telefono sulla non gratuità dei voti, in relazione ad un presunto pacchetto di consensi che Cardone avrebbe potuto assicurare in cambio di un ritorno al Rummo, erano solo ed esclusivamente valutazioni personali, e che nulla le era stato chiesto.

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