Massi su 372, stop indagine su ferroviere: aveva patteggiato

Due automobilisti lo avevano tirato in ballo per due episodi

Benevento.  

Vero è che lui era stato arrestato per attentato alla sicurezza dei pubblici trasporti, e che poi aveva patteggiato, ma mancavano gli elementi in grado di ricondurre ad una sua eventuale responsabilità anche per altri due episodi . Ecco perchè il gip Flavio Cusani, così come avevano proposto il sostituto procuratore Assunta Tillo e la difesa, ma non le due parti offese che lo avevano tirato in ballo, ha archiviato l'inchiesta a carico di Michele Tanzi (avvocato Marcello D'Auria), 54 anni, dipendente della ferrovie dello Stato presso la stazione di Roma Termini, originario della provincia di Frosinone, ma domiciliato a Castelvenere.

Si tratta della persona che nel maggio del 2014 era stato fermato daicarabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Cerreto Sannita, che l'avevano beccato a Faicchio: aveva posizionato lungo la statale 372 un masso contro il quale avrebbero potuto impattare i veicoli in transito sulla Telesina. In particolare, i militari, che già da tempo erano sulle sue tracce, ne avevano seguito i movimenti dal casello autostradale di Caianello. Tanzi stava rientrando con la sua Alfa 156 a Castelvenere, l'intervento era scattato quando aveva depositato al centro della carreggiata una grossa pietra. Un ostacolo molto pericoloso che avrebbe potuto creare, come era successo in altre occasioni, danni agli automobilisti. Stop, dunque, ad una situazione ad altissimo rischio che da più mesi veniva registrata lungo l'arteria, sia nel tratto sannita sia casertano.

Tanzi era stato sottoposto ai domiciliari, e quando era comparso dinanzi al gip, aveva ammesso gli addebiti, spiegandoli con una condizione di depressione legata alla salute di un figlio. A distanza di sei mesi, il 28 novembre del 2014, aveva patteggiato la pena, sospesa, di 2 anni. Due automobilisti – uno della provincia di Benevento, l'altro di quella di Lecce, rappresentati dagli avvocati Lucia Sagnella e Cristiano Portone- l'avevano però chiamato in causa anche per quanto era capitato loro in due occasioni tra il 2013 ed il 2014, quando erano stati costretti a fare i conti con la presenza di massi lungo la 372. Di qui un'attività investigativa al termine della quale la Procura aveva chiesto due volte l'archiviazione, arrivata questa mattina: inchiesta finita.

Esp