Crollo ponte a Genova, macchinista sannita salvo per miracolo

Antonio Garofalo, di Benevento, era appena transitato con un treno merci

Benevento.  

Da quelle parti è transitato centinaia e centinaia di volte. Antonio Garofalo fa il macchinista delle Ferrovie dello Stato e quella tratta la conosce come le sue tasche. Trentuno anni fa ha lasciato Benevento, la città nella quale è nato, e dove spesso ritorna, e si è trasferito a Milano, dove lavora.

Ieri mattina era con un collega su un treno merci lungo 400 metri, partito dal capoluogo lombardo e destinato al porto di Genova, dove dovevano essere imbarcati i container trasportati. Può raccontare ciò che gli è capitato, per fortuna. Avesse accumulato un ritardo di uno – due minuti sulla tabella di marcia, anche lui sarebbe stato coinvolto nella tragedia che ha devastato Genova, con il crollo del ponte Morandi, sotto il quale corrono i binari, e l'esistenza stroncata di decine di persone.

Un disastro senza precedenti, ora al centro delle inevitabili e sterili polemiche politiche. “Possiamo dire di essere stati senz'altro molto fortunati”, spiega ad Ottopagine con un comprensibile sospiro di sollievo. Riallaccia il nastro dei ricordi fino a poco prima di mezzogiorno di martedì 14 agosto, un giorno che resterà per sempre impresso nella memoria collettiva di un Paese che ciclicamente è costretto a fare i conti con inefficienza ed assenza di prevenzione.

“C'erano un vento fortissimo ed una pioggia battente - prosegue - e, appena abbiamo superato il tratto del ponte che poi verrà giù, ci siamo accorti che mancava la corrente che alimenta i locomotori. Il convoglio si è fermato, abbiamo dato inizialmente dato la colpa al maltempo che imperversava, poi, dopo aver udito un fortissimo boato, ci siamo affacciati al finestrino e ci siamo resi conto di cosa era purtroppo accaduto alle nostre spalle...”.

L'emozione è palpabile: “Quel ponte, sotto il quale eravamo passati due minuti prima, si era spezzato... Una scena terribile”. Un dramma che ha scatenato la consueta ordalia di commenti e prese di posizione che speculano sull'emotività con la caccia al 'colpevole' da avviare alla gogna. Facendo finta di ignorare che il rischio è in agguato ovunque, e non perchè il fato o l'Europa siano ostili nei nostri confronti.

Esp