"Fagli il c...". E se un giorno lo gridassero contro di noi?

La frase di un ragazzino a Genova

Benevento.  

Ho letto dal Corriere della sera che al termine dei funerali di Genova un ragazzino avrebbe sussurrato all'orecchio di Di Maio la frase «Ti prego, ti prego, fagli il c...», e che lui avrebbe risposto «Te lo giuro, lo farò...”. Il ragazzino, ovviamente, non c'entra, comprensibile la sua rabbia innocente, peraltro alimentata da un clima complessivo nel quale la cultura del sospetto la fa da padrona e sfocia nell'indicazione del capro espiatorio di turno da avviare immediatamente alla gogna, da indicare al disprezzo di un'opinione pubblica avvelenata, di una massa alla quale hanno fatto credere che bisogna vendicarsi. “Volete Gesù o Barabba'”, e la folla urlò Barabba.

Caro ragazzino, credimi: quella espressione è pericolosa. Perchè un giorno potrebbe capitare a chiunque di noi sentirla scagliata contro di noi. Che ne so, magari rivolta da un automobilista, che hai superato a destra in sella ad uno scooter guidato senza casco, alle forze dell'ordine che ti hanno bloccato; o dai vicini di casa, che magari non ti sopportano, il giorno in cui vengono a conoscenza che sei nelle mani di polizia, carabinieri e guardia di finanza perchè ti hanno trovato in possesso della marijuana che consumi e non spacci.

Oppure potrebbe accadere che i nostri genitori, un fratello, una sorella restino impigliati in un'indagine senza avere alcuna responsabilità, e siano costretti ad attendere che venga riconoscuta la loro estraneità. Anche allora, puoi giurarci, ci saranno tantissimi che nel silenzio ipocrita, senza neanche capire cosa è successo, grideranno di fargliela pagare. Agli altri, mai a noi. Ma anche noi siamo gli altri e dobbiamo sapere i rischi in agguato. Chi vìola la legge deve essere processato e, se ritenuto colpevole, scontare la condanna ad una pena giusta, non esemplare. Parole che suonano stonate, ma che vanno ripetute. Sempre.

Esp