Blitz antidroga Dda: cinque condanne e quattro assoluzioni

L'indagine dei carabinieri, imputati giudicati a Napoli con rito abbreviato

Benevento.  

Cinque condanne e quattro assoluzioni. Le ha decise, al termine di un rito abbreviato, il gup del Tribunale di Napoli Rosa De Ruggiero per le nove persone tirate in ballo dall'indagine antidroga dei carabinieri e della Dda rimbalzata all'onore delle cronache lo scorso 11 febbraio. Le accuse a vario titolo: associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e spaccio, contestate in relazione a fatti che si sarebbero svolti dal 2016 all'aprile 2018.

Queste le condanne: 15 anni e 10 mesi a Pio Musco, 37 anni, di Benevento, 8 anni e 8 mesi a Vincenzo D'Agostino, 27 anni, di San Nicola Manfredi; 7 anni e 6 mesi a Pierino Licciardi, 52 anni, di Benevento; 7 anni e 10 mesi ad Alfredo Norice, 35 anni, di Benevento, 5 anni ad Antonio Troise, 27 anni, di Benevento.

Assolti, per non aver commesso il fatto, Arturo Sparandeo, 36 anni, Alfredo Mucci, 42 anni, Giuseppe Mucci, 51 anni, e Michelangelo Sessa, 27 anni, di Benevento. Il pm Luigi Landolfi aveva chiesto 20 anni per Musco, Norice, 35 anni, e Sparandeo, 12 anni per Licciardi e D'Agostino, 10 anni per Troise ed Alfredo Mucci, e l'assoluzione di Sessa e Giuseppe Mucci.

Sono stati impegnati nella difesa gli avvocati Antonio Leone, Vinceno Sguera, Claudio Fusco, Gerardo Giorgione, Fabio Russo, Nino Del Piero e Domenico Dello Iacono.

Nel mirino degli inquirenti, come si ricorderà, era finito un giro di hashish, eroina e cocaina acquistati a Castelvolturno e Castello di Cisterna e poi piazzati nel capoluogo ed in qualche centro della provincia. L'attività investigativa, corroborata da intercettazioni, servizi di osservazione e pedinamento, dai sequestri e dagli arresti operati nelle fasi intermedie, e dalle dichiarazioni di più acquirenti,  avrebbe consentito di delineare i ruoli svolti nell'attività: dalle gestione dei proventi alle consegne della 'roba', dai viaggi necessari all'acquisto e alla vendita degli stupefacenti.

Il blitz di febbraio era stato scandito dall'esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere che aveva riguardato cinque imputati; per gli altri quattro, invece- Sparandeo, Sessa, Giuseppe Mucci ed Alfredo Mucci- il Gip aveva detto no al provvedimento restrittivo.