Ancora un rinvio: lo hanno chiesto per la terza volta i tre periti ai quali è stato affidato l'incarico di procedere agli accertamenti disposti nell'incidente probatorio sollecitato dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo, e fissato ora dinanzi al gip Vincenzo Landolfi, nell'inchiesta sulla morte di Maria la bimba di 9 anni che il 19 giugno del 2016 era stata trovata morta, annegata, nella piscina di un casale a San Salvatore Telesino.
Più tempo a disposizione, dunque, per depositare le loro conclusioni su accertamenti di particolare complessità, per i professori Cristoforo Pomara, Ciro Di Nunzio (con il chimico Aldo Di Nunzio) e Francesco Sessa, che avrebbero dovuto deporre il 10 dicembre. Un appuntamento destinato inevitabilmente, come i precedenti due – l'ultimo una decina di giorni fa –, a slittare.
Come ripetutamente ricordato, i tre periti hanno avuto il compito di valutare i risultati già ottenuti ai tempi dell'autopsia curata circa tre anni e mezzo fa dal professore Claudio Buccelli e dalla dottoressa Monica Fonzo- e di eseguire ulteriori analisi chimico-biologiche, attraverso nuove metodiche, su alcuni abiti sequestrati dai carabinieri.
Operazioni eseguite alla presenza dei consulenti di parte: i professori Fernando Panarese (per Daniel Ciocan che, difeso dall'avvocato Salvatore Verrillo, è indagato per omicidio e violenza sessuale), Tatiana Mangiullo e Marina Baldi, per i genitori di Maria - sono rappresentati dagli avvocati Fabrizio Gallo e Serena Gasperini-, anche loro indagati da alcuni mesi per l'ipotesi di violenza sessuale.