Gatto ferito, vigilessa archiviata. Ma "istituzioni latitano"

Il gip Camerlengo: gattino ha resistito fino ad arrivo soccorsi, ma emerge disorganizzazione

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Benevento.  

Archiviata dal gip Loredana Camerlengo, così come proposto per due volte dalla Procura e dalla difesa, ma non dalla parte offesa, l'indagine per omissione in atti di ufficio a carico di una vigilessa del Comune di Benevento, chiamata in causa da una vicenda che risaliva alla sera del 14 giugno 2016.

Mentre era in servizio presso la centrale operativa della polizia municipale, l'agente aveva ricevuto una telefonata con la quale una donna le aveva segnalato la presenza in via Cifaldi, a Pacevecchia, di un gatto ferito. Lei aveva replicato che da tempo non era a disposizione dell'ufficio l'elenco dei reperibili del Servizio veterinario dell'Asl, quindi aveva provato a contattare un paio di veterinari, dopo averne ricevuto dall'Enpa i numeri delle utenze. Uno di loro era poi intervenuto, su sollecitazione della polizia municipale.

La stessa segnalazione sul gatto era stata fatta successivamente dal presidente dell'associazione 'Gli amici di Snoopy' – rappresentato dall'avvocato Peppino Romano -, ai quali l'indagata aveva illustrato la difficoltà di trovare il personale Asl deputato ai casi di soccorso e recupero delle carcasse di animali. Lo stesso presidente aveva poi raggiunto il Comando dei vigili, dove gli era stata ribadita la problematica.

Argomenti che non avevano evidentemente convinto il suo interlocutore, che aveva presentato una denuncia che aveva innescato l'inchiesta nei confronti della vigilessa, difesa dall'avvocato Vincenzo Sguera. La Procura aveva proposto l'archiviazione, ma nel marzo del 2019 la dottoressa Camerlengo aveva disposto altri sei mesi di attività investigativa, chiusi da una ulteriore richiesta di archiviazione, alla quale si era opposta, come nel primo caso, la parte offesa.

Qualche giorno fa l'udienza, ora la decisione di scrivere la parola fine sulla storia perchè “l'indagata ha compiuto il suo dovere cercando di attivarsi per la reperibilità di un medico veterinario in servizio presso l'Asl”.

Dalla vicenda, scrive il giudice, emerge che “i turni di reperibilità dei medici veterinari Asl non erano stati comunicati al Comando della polizia municipale, e questo compito spettava al Servizio veterinario; dopo molte ricerche la polizia municipale era venuta a conoscenza del numero del veterinario di turno ma questi, pur contattato ripetutamente, non rispondeva a telefono; i carabinieri e l'Enpa infine riuscivano a risolvere con l'intervento di altro medico veterinario che provvedeva contattare un collega dell'ospedale veterinario di Napoli”.

Fortunatamente – conclude amaramente il Gip - “il gattino ha resistito fino all'arrivo dei soccorsi, ma situazioni del genere evidenziano la disorganizzazione in cui versano settori delicati deputati alla salute e salvaguardia di poveri animali che altra colpa non hanno se non essere nati in determinati territori in cui le istituzioni latitano”.