Appalto lavori Torre a Cerreto, chiesti 5 rinvii a giudizio

Indagine della Dda poi trasferita per competenza alla Procura di Benevento. Udienza gup a febbraio

appalto lavori torre a cerreto chiesti 5 rinvii a giudizio
Benevento.  

E' un'inchiesta nata a Napoli e poi trasferita, per competenza, alla Procura di Benevento, che ha avanzato le richiese di rinvio a giudizio per l’appalto dei lavori di restauro della Torre Civica Medievale a Cerreto Sannita. Riguardano cinque persone sulle quali il 2 febbraio del prossimo anno si pronuncerà il gup Vincenzo Landolfi, che dovrà decidere se accogliere le conclusioni dell'ufficio inquirente o disporre il non luogo a procedere.

L'elenco degli imputati comprende Letizio Napoletano (avvocati Gianluca De Vincentis e Nico Salomone), 64 anni, responsabile dell’Ufficio tecnico lavori pubblici del Comune, il sindaco Pasquale Santagata (avvocato Alfonso Furgiuele), 65 anni, Angelo Carmine Giordano (avvocati Massimo Antonio Di Tocco e Carlo De Stavola), 60 anni, di Solopaca, Dario Giovini (avvocati Vincenzo Cortellessa e Massimo Taffuri) , 55 anni, della provincia di Caserta, commissari di gara, e il professore Marcello Rotili ( avvocati Luigi Marino e Maria Assunta Bovio), 72 anni, di Benevento.

Napoletano, Santagata, Giordano e Giovini rispondono di turbativa di gara, Napoletano anche di una presunta corruzione e, con Rotili, di abuso d'ufficio, per l'affidamento, nel 2015, dell'incarico di consulente archeologico, per la sorveglianza sui lavori di restauro della Torre, ad un allievo del docente universitario.

L'indagine della Dda e della guardia di finanza era rimbalzata all'attenzione dell'opinione pubblica nel dicembre del 2018, quando Napoletano era finito agli arresti domiciliari sulla scorta di una ordinanza di custodia cautelare del Gip di Napoli adottata in una costola dell'inchiesta, denominata The Queen, 'deflagrata' nel marzo 2017, con decine di arresti scattati per una serie di gare di appalto nelle province di Napoli, Caserta e Benevento.

Un elenco nel quale figurava anche quella per i lavori di restauro della Torre civica medievale di Cerreto Sannita, per la quale era stato chiamato in causa Napoletano, presidente della commissione, che nell'ottobre 2014 aveva aggiudicato la gara alla 'Bretto Opere stradali Srl'. Di qui l'ipotesi di reato di turbativa di gara in concorso, che si aggiunge a quella di corruzione prospettata per il solo Napoletano, che, secondo gli inquirenti, avrebbe ricevuto la somma di 10mila euro dall'amministratore della società.

Nel corso dell'interrogatorio di garanzia l'allora 62enne aveva respinto ogni addebito, rivendicando la correttezza e la legittimità dell'aggiudicazione della gara, ed escludendo qualsiasi rapporto con i Sommese. Uno dei quali, Antonio, collaboratore di giustizia, nipote dell'ex assessore regionale Pasquale, aveva riferito di aver saputo dall'amministratore della 'Bretto Opere stradali Srl', la società che si era aggiudicata la gara, della presunta dazione di 10mila euro in favore di Napoletano.

Una circostanza non supportata da alcun contatto telefonico o da incontri, aveva fatto notare la difesa, che aveva impugnato l'ordinanza dinanzi al Riesame. Che l'aveva annullata, restituendo Napoletano alla libertà, dopo aver dichiarato l'incompetenza territoriale del Gip di Napoli, ed individuando come competente quello di Benevento. La Procura partenopea aveva però tirato dritto e, dopo un supplemento di attività investigativa sulla posizione di Santagata, aveva proposto i rinvii a giudizio al Gup, che si era però dichiarato incompetente, con gli atti trasmessi, infine, alla Procura sannita.