Gettò il figlio nella scarpata e lo uccise, slitta il processo

A giorni la Corte Costituzionale deciderà su legittimità della norma che vieta il rio abbreviato

getto il figlio nella scarpata e lo uccise slitta il processo

L'11 gennaio una nuova udienza per Loredana Morelli, 35 anni, di Campolattaro. Il dramma nel settembre del 2019, il piccolo aveva 4 mesi

Benevento.  

Rinviato all'11 gennaio del prossimo anno il processo, fissato dinanzi alla Corte di assise, a carico di Loredana Morelli ( avvocati Matteo De Longis e Michele Maselli,) 35 anni, di Campolattaro, sordomuta ed affetta da problemi psicopatologici, accusata di aver ucciso il figlio Diego, di quattro mesi, il 15 settembre del 2019.

Lo slittamento è scattato alla luce della decisione che la Corte Costituzionale assumerà il 18 novembre sulla legittimità della norma che dall'aprile del 2019 sancisce il divieto di rito abbreviato per i delitti puniti con l'ergastolo. Una possibilità, quella dell'accesso ad un giudizio che prevede la riduzione di un terzo della pena, che l'imputata potrebbe sfruttare nel caso in cui il ricorso fosse accolto dalla Corte.

Vedremo, nel frattempo resta il racconto di un dramma per il quale la donna è in in carcere da 14 mesi, sulla scorta delle pronunce del Gip e del Riesame, quest'ultima annullata un paio di settimane fa dalla Cassazione- con atti trasmessi ancora allo stesso Riesame-, sulla compatibilità, stabilita da una perizia, tra le condizioni della 35enne e la detenzione carceraria.

Un argomento sul quale in questi mesi la difesa si è spesa tantissimo (anche rivolgendosi alla Corte europea per i diritti dell'uomo), sollecitando una misura meno restrittiva per lo stato di sofferenza psichiatrica di Loredana e la sua collocazione in una struttura nella quale seguire un piano terapeutico.

Come si ricorderà, lo scorso 10 settembre, quando era stato disposto il suo rinvio a giudizio, la 35enne, supportata da una esperta del linguaggio dei segni, aveva ripercorso quella terribile giornata. L'aveva trascorsa nell'abitazione di Quadrelle, in provincia di Avellino, nella quale viveva con Antonello, di lui più giovane di due anni, anch'egli sordomuto, compulsando per decine e decine di volte internet, alla ricerca di notizie su una vicenda che aveva riguardato una donna, nella sua stessa condizione, che aveva vinto il titolo di Miss Italia.

Era tormentata, Loredana. Aveva fatto riferimento all'ambiente familiare, ai rapporti, a suo dire non facili, con il compagno. Aveva maturato la convinzione che ce l'avessero con lei, e che volessero toglierle il piccolo. Insomma, riteneva che in qualche modo la perseguitassero. Per questo, aveva lasciato l'abitazione ed era andata via con Diego con una Opel Corsa. Voleva tornare dai suoi, a Campolattaro, ma all'altezza di Zingara morta i carabinieri, che la stavano cercando dopo la denuncia di scomparsa presentata dal convivente, l'avevano intercettata. Lei era riuscita comunque ad allontanarsi: si era diretta lungo la statale Benevento – Campobasso, all'altezza di Solopaca l'auto si era schiantata contro il guard rail. Era scesa, aveva preso tra le braccia Diego e l'aveva lanciato di sotto. Poi, intenzionata a farla finita, aveva fatto altrettanto, restando impigliata tra i rovi, al pari del bimbo. Lei lo aveva raggiunto e colpito alla testa con un pezzo di legno, ammazzandolo. Per le parti civili l'avvocato Antonio Zobel.