Indagine sul clan Pagnozzi: 4 condanne e 13 assoluzioni

Le uniche pene per la tentata truffa da 50 milioni di euro

indagine sul clan pagnozzi 4 condanne e 13 assoluzioni
Benevento.  

Ha riqualificato come tentata truffa, aggravata dall'agevolazione di un clan camorristico, il capitolo relativo alla tentata introduzione nel sistema informatico di una banca di Londra per trasferire somme pari a 50 milioni di euro sul conto corrente acceso da una società a Beirut, ed ha condannato quattro dei diciassette imputati, assolvendo gli altri.

E' la sentenza pronunciata dal Tribunale (presidente Pezza, a latere De Luca e il gop Ciarcia) al termine del processo a carico delle diciassette persone coinvolte nell'indagine della Dda – oggi in aula il pm Anna Frasca, ex sostituto a Benevento – condotta sul clan Pagnozzi, nell'ottobre 2014, dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Benevento e dai carabinieri di Avellino.

Nel mirino degli inquirenti, una serie di vicende racchiuse, oltre che in quella già ricordata, nelle accuse, prospettate a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso e, con l'aggravante di aver agevolato il clan, di estorsione (in relazione alla costruzione di 33 alloggi Iacp a Montesarchio), riciclaggio, falso, turbativa di gara per i lavori di ristrutturazione della scuola elementare e materna di Bonea.

Queste le condanne: 2 anni e 6 mesi e 900 euro di multa a Mauro Tabolacci, 58 anni, di Roma, 1 anno e 6 mesi, pena sospesa, e 600 euro di multa ad Orazio Cherubini, 59 anni, di Roma, Egidio De Maria, 61 anni, di Ponte, e Savino Di Scanno, 60 anni, di Benevento, che, attraverso i loro legali, annunciano il ricorso in appello.

Assolti dall'accusa di associazione camorristica, per non aver commesso il fatto, De Maria, Cherubini, Benedetto Della Camera, 61 anni, di Benevento, Domenico Cavaiuolo, 42 anni, di Pannarano, Giuseppe Fazzone, 41 anni, di San Nicola La Strada. Cavaiuolo e Catello Ziccardi, 45 anni, di Benevento, sono stati assolti, per non aver commesso il fatto, per la storia dei 50 milioni di euro.

Assolto, perchè il fatto non sussiste, Andrea Battaglia Monterisi, 56 anni, di Roma, che rispondeva di riciclaggio: secondo il Pm, “avrebbe reimpiegato nella Puntofin Spa i proventi economici dell'attività delittuosa del clan Pagnozzi”.

Per la vicenda della scuola di Bonea, assolti, perchè il fatto non sussiste, dagli addebiti di turbativa di gara e falso, Francesco Ciambriello, 51 anni, di Airola, Carlo Ciambriello, 54 anni, di Airola, Pasquale Giordano, 68 anni, di Arpaia, Gennaro Paradiso, 68 anni, sindaco di Bonea fino al maggio 2011, Salvatore Izzo, 60 anni, di Bonea, Domenico Ruggiero, 70 anni, di Paolisi.

Assolti, perchè il fatto non costituisce reato, Salvatore Cretella, 47 anni, di Casoria, al quale era contestata l'intestazione fittizia delle quote di una società, e, per non aver commesso il fatto, Paolo Russo, 46 anni, di Montesarchio (estorsione al titolare del cantiere per la costruzione di 33 alloggi Iacp a Montesarchio).

Sono stati impegnati nella difesa gli avvocati Angelo Leone, Sergio Rando, Vincenzo Sguera, Valeria Crudo, Raffaele Tibaldi, Nino Lombardi, Roberto Prozzo, Massimiliano Cornacchione, Vincenzo Zahora, Fulvio Dello Iacovo, Pasquale Misciagna, Giovanni Cantelli, Pietro Nicotera, Salvatore Impradice, Danilo Di Cecco, Luca Tortora, Roberto Lombardi, Veronica Paturzo.

Il pm Maurizio Giordano aveva proposto sette condanne, altrettante assoluzioni piene e la dichiarazione di intervenuta prescrizione per tre imputati.

Nel dettaglio, queste le richieste che aveva avanzato l'accusa: assoluzione (associazione) per non aver commesso il fatto per Della Camera; assoluzione (associazione) per non aver commesso il fatto per Cherubini, e la condanna ad 1 anno dopo la qualificazione come truffa aggravata dell'addebito di tentata introduzione (e tentato furto) nel sistema informatico della banca di Londra; assoluzione per non aver commesso il fatto (associazione) per Fazzone; 8 anni a Cavaiuolo, dopo la qualificazione della partecipazione all'associazione come concorso esterno nella stessa, che rispondeva anche di intestazione fittizia “delle quote della società Italgiochi srl, i cui proventi erano in realtà riversati a Domenico Pagnozzi”; 6 anni a Battaglia Monterisi, per riciclaggio (“avrebbe reimpiegato nella Puntofin Spa i proventi economici dell'attività delittuosa del clan Pagnozzi”); assoluzione da tentata introduzione e applicazione della misura di sicurezza per Ziccardi; 1 anno a Tabolacci, Di Scanno (truffa); 8 anni a De Maria per concorso esterno in associazione mafiosa e assoluzione, per non aver commesso il fatto, per la truffa; 8 anni a Russo (concorso esterno ed estorsione) e assoluzione perchè il fatto non costituisce reato per Cretella (intestazione fittizia delle quote di una società).

E ancora: assoluzione per Francesco Ciambriello, assoluzione per non aver commesso il fatto per Carlo Ciambriello, assoluzione per non aver commesso il fatto per Giordano. Infine, esclusa l'aggravante dell'articolo 7 (aver agevolato il con Pagnozzi), non doversi procedere, per intervenuta prescrizione della turbativa di gara, per Paradiso, Izzo e Ruggiero, e assoluzione per gli stessi, perchè il fatto non costituisce reato dall'imputazione di falso.