Decadenza Cataudo: assolto Nardone, segretario della Provincia

Il fatto non sussiste. Era accusato di abuso d'ufficio, il Pm aveva chiesto 1 anno

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Benevento.  

Assolto perchè il fatto non sussiste. E' la sentenza del Tribunale al termine del processo a carico di Franco Nardone (avvocati Italo Palumbo e Francesco Del Grosso), segretario generale della Provincia (ora ex), accusato di abuso d'ufficio in relazione al provvedimento con il quale il 19 luglio 2016 aveva dichiarato la decadenza dalla carica di presidente dell'Asea (Azienda speciale per l'energia e l'ambiente) del dottore Alfredo Cataudo, rappresentato dall'avvocato Sergio Rando.

Questa mattina la discussione: il pm Assunta Tillo ha chiesto la condanna ad 1 anno, pena sospesa, il legale della parte civile ha insistito per la dichiarazione di responsabilità dell'imputato, esclusa dai difensori, che hanno sottolineato l'infondatezza dell'addebito. Poi, dopo una camera di consiglio andata avanti per un'ora e mezzo, fino ad un quarto d'ora prima delle 16, la pronuncia del collegio giudicante su una vicenda per la quale è stato spedito a giudizio anche l'ex presidente della Provincia Claudio Ricci, più volte rimbalzata all'onore delle cronache sul versante amministrativo con le decisioni favorevoli del Tar nei confronti di Cataudo. In particolare, con l'annullamento, confermato poi dal Consiglio di Stato, dell'atto, ritenuto illegittimo, firmato nel 2016.

L'ultima tappa risale invece allo scorso gennaio, quando le Sezioni unite civili della Cassazione, alla quale aveva fatto ricorso, per la Provincia di Benevento, il professore Felice Laudadio, aveva ritenuto inesistente il potere giurisdizionale dei giudici amministrativi nella vertenza tra la Rocca dei Rettori e Cataudo. Radicalmente nulle, dunque, le pronunce di Tar e Consiglio di Stato perchè, in soldoni, si tratta di una situazione che doveva essere portata al vaglio solo del giudice ordinario, non di quello amministrativo.

Come è noto, Cataudo ha sempre sostenuto di essere stato esautorato per il rifiuto a candidarsi alle elezioni comunali di Benevento in appoggio al centrosinistra. Circostanze sulle quali nei scorsi mesi era stato ascoltato, come testimone citato dalla difesa, il parlamentare del Pd Umberto Del Basso De Caro.

“Sapevo che Cataudo era un esponente politico di Ceppaloni, peraltro di un altro partito, e che era presidente dell'Asea, ma non l'ho mai incontrato né ho parlato con lui, neanche telefonicamente, perchè non avevo il suo cellulare...”, aveva affermato, escludendo di aver mai proposto a Cataudo, direttamente o indirettamente, di candidarsi alle elezioni comunali di Benevento del 2016 in una lista a supporto del centrosinistra.

Del Basso De Caro aveva precisato che “Nardone non è mai stato iscritto al Pd, lo conosco innanzitutto come fratello di Carmine, presidente della Provincia. E' sempre stato molto autonomo nelle sue decisioni , era incoercibile”; poi aveva ribadito, contrariamente a quanto sostenuto da Cataudo, di “non avergli mai telefonato, di non avergli mai detto che, se non si fosse candidato, la sua poltrona sarebbe stata messa in discussione. Era consigliere provinciale del collegio San Leucio del Sannio – Ceppaloni, non aveva nulla a che fare con Benevento”.