Asl, "Papa ha solo offerto da giurista parere su servizio 118"

L'arringa dell'avvocato Salvatore Verrillo, difensore di Giacomo Papa, uno degli otto imputati

asl papa ha solo offerto da giurista parere su servizio 118
Benevento.  

Una novità – il ritorno in aula, dopo la negativizzazione al Coronavirus, dell'ex parlamentare Nunzia De Girolamo– ed una sola arringa difensiva nell'udienza del processo a carico delle otto persone tirate in ballo dal cosiddetto troncone politico dell'indagine della guardia di finanza sull'Asl.

Tra loro Giacomo Papa, chiamato in causa come collaboratore di De Girolamo, per il quale il pm Assunta Tillo ha chiesto la condanna a 6 anni per concussione (De Masi) e associazione, e il non doversi procedere per prescrizione delle accuse di turbativa (sospensione gare) e minacce (per nomina primario Radiologia). E' stato l'avvocato Salvatore Verrillo a sollecitarne l'assoluzione con la formula più ampia dopo un intervento andato avanti per circa due ore.

“Il mio assistito potrebbe dire sono innocente ma non mi fido”, ha esordito, parafrasando Vasco Rossi, il legale, secondo il quale “l’unica colpa di Papa è stata quella di aver partecipato ad una riunione durante la quale, essendo stata sollevata da qualcuno dei presenti una problematica giuridica in ordine all’affidamento del servizio 118, stante le sue specifiche competenze in materia, ha fornito un proprio parere che, viceversa, la Procura ritiene essere una condotta da sanzionare penalmente”.

Tra i capi di imputazione – ha proseguito-, “a prescindere dalla valutazione sulla sussistenza, quello che mi ha fatto letteralmente sobbalzare é relativo alla presunta violenza nei confronti di Di Salvo e Falato”. Il motivo è presto detto: “E' riportato un parlato che sconfina nel turpiloquio che non é mai stato proprio dell'avvocato Papa, persona che conosco da oltre un decennio come professionista valido, persona perbene e di rara educazione e moderazione”.

Verrillo ha passato in rassegna i diversi capitoli, a cominciare da quello, appunto, delle minacce all'ex commissario dell'Asl, Enrico Di Salvo. Dopo aver precisato che i fatti “non sono collegabili al reato di associazione”, ha precisato che “l’oggetto della discussione tra l’avvocato Papa e i due funzionari dell’ASL non fu affatto l’adozione di una deliberazione di nomina del dottore Molinaro a primario, ma solo ed esclusivamente la deliberazione con cui il commissario Di Salvo aveva deciso di sopprimere l’Uoc di Diagnostica per immagini e Senologia. Allorquando ha detto a Di Salvo e Falato che quell’atto non poteva farsi perché “è contro la norma”, Papa non ha affatto posto in essere alcuna minaccia ma ha semplicemente denunciato, da giurista esperto in materia, la sussistenza di forti profili di illegittimità che, poi, sono stati trasfusi in un ricorso giurisdizionale e, peraltro, fatti successivamente propri dal soggetto che si suppone essere stato minacciato, ossia il Falato”.

In relazione all'associazione, “dall’esame delle trascrizioni delle registrazioni relative ai due soli incontri in cui Papa è stato presente (23 luglio e 1 ottobre 2012) risulta evidente che lo stesso ha soltanto fornito una consulenza legale rispetto ad una problematica gestionale che stava generando problemi politici in quanto di forte rilevanza sociale. Il suo coinvolgimento si giustifica con il fatto che egli nell’ambito del partito del Pdl aveva da tempo il ruolo di referente legale, in qualità di responsabile degli enti locali, per tutte le problematiche politiche che richiedevano anche soluzioni tecnico giuridiche”.

D’altronde – ha aggiunto - “è davvero difficile comprendere il revirement operato dalla procura che, per gli stessi fatti , aveva correttamente formulato richiesta di archiviazione riconoscendo che :<<….non sono emersi gli elementi costitutivi del reato associativo, ossia la formazione e la permanenza di un vincolo associativo continuativo...”.

Come si ricorderà, era stato il gip Flavio Cusani, opponendosi alla richiesta di archiviazione, a disporre l'imputazione coatta, anche per altre accuse. “Orbene, in assenza di ulteriore materiale probatorio e, all’esito di un’istruttoria dibattimentale che nulla ha aggiunto sullo specifico punto, l'accusa ha ritenuto di concludere per la sussistenza del reato associativo. In pratica sono state recepite ed accolte le motivazioni dell’ordinanza di imputazione coatta del Gip ritenuta quasi pari ad un giudizio di colpevolezza e non, come previsto dal codice, un semplice controllo sull’operato del Pm e sulla sostenibilità dell’accusa in giudizio".

Quanto alla concussione a De Masi e alla turbativa d’asta, “rispetto alla teorizzata condotta istigatrice, dall’istruttoria dibattimentale non è emerso alcun elemento a carico dell’Avv. Papa.Infatti, tutti i testi escussi in ordine a tale vicenda non hanno mai in alcun modo proferito il nome dell’Avv. Papa. Per stessa ammissione di Pisapia, l’Avv. Papa aveva partecipato a solo due incontri, il primo dei quali (quello del 23 luglio 2012) è collocabile dieci mesi dopo i fatti oggetto della teorizzata concussione”. 

Il 10 dicembre il prossimo appuntamento: spazio all'avvocato Luigi Supino, per il sindaco di Airola Michele Napoletano, per il quale il Pm ha proposto l'assoluzione, perchè il fatto non sussiste, dall'accusa di offerta di un'utilità per ottenere il voto elettorale - il trasferimento di una struttura sanitaria da Montesarchio ad Airola, in un immobile ceduto dal Comune in comodato gratuito-, poi la sentenza del Tribunale, che riguarderà, oltre che Papa, De Girolamo e Napoletano, Felice Pisapia, ex direttore amministrativo, Luigi Barone, anch'egli indicato come collaboratore di De Girolamo, Arnaldo Falato, ex responsabile budgeting, Michele Rossi e Gelsomino Ventucci, ex direttori generale e sanitario.