Ha palpeggiato e baciato cliente, commerciante va processato

Imputazione coatta per il titolare di un negozio, di Benevento, accusato di violenza sessuale

ha palpeggiato e baciato cliente commerciante va processato
Benevento.  

Ha respinto la richiesta di archiviazione, ritenendo la vicenda meritevole del vaglio dibattimentale, ed ha ordinato l'imputazione coatta: dunque, atti al Pm perchè eserciti l'azione penale e formuli il capo di accusa. E' la decisione adottata dal gip Loredana Camerlengo sull'inchiesta per violenza sessuale a carico di un commerciante di Benevento – è difeso dall'avvocato Marcello D'Auria -, chiamato in causa da un episodio che sarebbe accaduto il 19 agosto del 2017, denunciato ai carabinieri da una 38enne, rappresentata dall'avvocato Luca Cavuoto.

La donna aveva raccontato di essere entrata nell'attività commerciale dell'uomo – all'epoca 75enne – per dare un'occhiata ai prodotti da profumeria in esposizione e, soprattutto, presentare un reclamo su un articolo che aveva comprato il giorno prima. Mentre si trovava nel locale, all'improvviso sarebbe finita nel mirino delle molestie del titolare. Lui – secondo la ricostruzione degli inquirenti- , avendola vista avviarsi verso l'uscita, l'avrebbe invitata a fermarsi perchè voleva baciarla.

La malcapitata non l'aveva fatto ed aveva accelerato il passo, ma l'indagato, dopo averla raggiunta, l'avrebbe cinta alle spalle, le avrebbe palpeggiato il seno e, infine, l'avrebbe ripetutamente baciata sulle labbra.

Comprensibile, di fronte al comportamento descritto ai militari, lo sconcerto della 38enne, che, dopo un attimo di disorientamento, era riuscita ad allontanarsi dal negozio, scoppiando in lacrime. Successivamente si era rivolta all'Arma, dando il là ad una attività investigativa al termine della quale la Procura aveva però proposto l'archiviazione. Una scelta contrastata dalla parte offesa, che aveva ottenuto un supplemento di indagine con l'escussione di due testimoni. Dichiarazioni, quelle raccolte, che non avevano però mutato l'orientamento del Pm, che aveva nuovamente sollecitato l'archiviazione, in linea con le conclusioni della difesa.

Una valutazione alla quale la 38enne ed il suo legale si erano ancora opposti, e ciò aveva reso necessaria la fissazione di una ulteriore camera di consiglio, celebrata a metà ottobre. Ora la pronuncia del giudice, che non ha scritto la parola fine sull'inchiesta. Perchè - ha spiegato -"sarebbe assurdo in questo particolare momento storico in cui si invitano le donne a denunciare senza paura fatti doorosi che avvengono tra le mura domestiche o fuori di esse, disporre l'archiviazione di un procedimento soltanto perchè non vi sono stati 'testimoni' ai fatti, ovvero ritenere inattendibile la vittima di abusi perchè non ricorda esattamente il giorno in cui la violenza è avvenuta, quasi che una data inesatta o un particolare non ricordato potessero rendere meno veritiero un abuso".