Camera commercio, Coppola e Ianniello assolti anche in appello

Confermata la sentenza del febbraio 2019. Erano accusati di peculato e abuso d'ufficio

camera commercio coppola e ianniello assolti anche in appello
Benevento.  

Confermata dalla Corte di appello la sentenza con la quale il 22 febbraio del 2019 il gup Gelsomina Palmieri aveva assolto dalle accuse di peculato ed abuso d'ufficio, con rito abbreviato, il segretario generale della Camera di commercio di Benevento Vincenzo Coppola (avvocati Sergio Rando e Giacomo Papa) e Aldo Ianniello (avvocato Nazzareno Fiorenza), responsabile del settore Ragioneria. I giudici hanno anche condannato al pagamento delle spese di giustizia le due parti civili: la Camera di Commercio e la Confesercenti, rappresentate dagli avvocati Giuseppe Stellato ed Antonio Barbieri.

Coppola e Ianniello sono due delle quattro persone tirate in ballo in un'indagine del sostituto procuratore Assunta Tillo e della Squadra mobile centrata sulle somme del fondo accessorio; su meno di 200mila euro che Coppola, anche dirigente dell'area anagrafe economica e di quelle economico-finanziaria e trasparenza, prevenzione ed anticorruzione, avrebbe percepito indebitamente dal 2011 al 2015. Un incasso che Coppola ha sempre ritenuto legittimo perchè operato dopo il via libera dei competenti organismi della Camera di Commercio.

Di diverso parere gli inquirenti, nel mirino dei quali era finito anche il ruolo che avrebbero assunto tre funzionari, nell'espletamento del loro lavoro, in relazione alle varie tappe dell'iter di cui avrebbe beneficiato Coppola. Quattro, inizialmente, gli indagati, per i quali era stata chiesta una misura cautelare; la custodia in carcere (e il sequestro dei beni) per Coppola e Ianniello, gli arresti domiciliari per due funzionarie per le quali era scattata, successivamente, l'archiviazione.

Nel novembre del 2016 il gip Loredana Camerlengo aveva detto no a qualsiasi provvedimento restrittivo, e altrettanto aveva fatto il Riesame, al quale il Pm si era rivolto. Nel febbraio del 2019 l'assoluzione – l'accusa aveva proposto la condanna a 2 anni e 8 mesi -, ora ribadita in secondo grado.