Riapre la scuola, peccato non aver deciso l'obbligo vaccinale generale

L'intervento dell'avvocato Gino De Pietro

riapre la scuola peccato non aver deciso l obbligo vaccinale generale
Benevento.  

Riceviamo e pubblichiamo un intervento dell'avvocato Gino De Pietro

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"Il 15 settembre riaprono anche in Campania, come in altre regioni, le scuole di ogni ordine e grado.

La prima notizia, certamente eccellente, è che il personale scolastico, docente e non, è integralmente vaccinato, eccettuati i – si spera non numerosi – casi di soggetti non vaccinabili. Segno che le misure messe in campo dal Governo sono state efficaci ed hanno vinto le resistenze anche dei meno motivati. Ciò dovrebbe essere di lezione per ulteirori analoghe iniziative.

La seconda notizia è che i giovani, compresi gli studenti vaccinabili della fascia 12-19 anni, sono disponibili a vaccinarsi e si vaccinano molto più rapidamente dei riottosi over 50. Si può ipotizzare che vogliano ad ogni costo tornare alla vita normale, alla scuola in presenza, agli sport, al cinema, alle uscite coi coetanei, al pub e non rischiare un altro anno di dad e di clausura. I giovani, insomma, meglio degli over 50.

La terza, meno buona, è che non si è proceduto ad estendere il green pass al trasporto locale, innescando non solo facili polemiche e critiche al vetriolo, ma, cosa più importante, il rischio di diffusione del virus nei trasporti degli studenti che, ovviamente, del trasporto locale si avvalgono. La motivazione addotta per tale esclusione è, a mio parere, piuttosto discutibile in quanto si fonda sull’impossibilità di controllare efficacemente il rispetto di tale obbligo su bus e metropolitane.

In un paese normale l’imporre un obbligo non comporta che il rispetto di tale obbligo sia sorvegliato nella generalità dei casi dalle autorità, pretesa che ci farebbe rapidamente scivolare nello stato di polizia, ma nell’aspettativa ragionevole che i cittadini si sentano obbligati a rispettare le leggi vigenti. Tale aspettativa, aldilà delle incaute affermazioni di mestatori di professione o di soggetti ampiamente disinformati, si realizza normalmente nei paesi liberi e democratici, tra cui l’Italia. In via generale, la previsione di una sanzione per l’inadempimento ha, normalmente, l’effetto di scoraggiare la violazione specie se accompagnata da controlli inattesi e a campione.

Del resto, i controlli dei titoli di viaggio nei mezzi pubblici sono svolti con lo stesso criterio e la percentuale di abusivi non è affatto significativa né idonea a suggerire di far viaggiare tutti i passeggeri gratis. Se ci si riflette, consentire ai soggetti non vaccinati e comunque non in possesso del green pass di viaggiare insieme agli altri equivale – mutatis mutandis – a equiparare chi non paga il biglietto a chi lo paga. Speriamo che il Governo ritorni presto su questa scelta, seguendo la via consueta dei controlli a sorpresa.

Neanche la promessa di far togliere le mascherine agli alunni se l’intera classe risulta vaccinata è servita a smuovere dalla loro posizione i riottosi che sono molto più affezionati alle loro paure e ai loro pregiudizi che alle acquisizioni scientifiche e al benessere psicologico dei loro figli. E su questo punto, neanche il compatto fronte giornalistico che va da Sallusti, Specchia e tanti altri giornalisti di destra fino al Manifesto incluso, è servito a spingere a vaccinarsi gli appartenenti a generazioni francamente privilegiate rispetto a quella attuale.

Qualcuno si augura che possa ottenere risultati migliori la prossima sagra della porchetta con vaccino incluso, visti i successi mietuti dal caffè e cornetto a Meta di Sorrento in pieno agosto!

Una pessima notizia è che il Governo ha disposto la quarantena per l’intera classe, compresi i vaccinati con due dosi, se un alunno risulti positivo al Covid. Questa equiparazione – illegittima costituzionalmente ai sensi dell’art.3 della Costituzione che non impone la cieca equiparazione ma il più giusto principio “suum unicuique tribuere” che si traduce nel trattare in maniera simile casi simili e nel differenziare adeguatamente fattispecie differenti – non appare né giuridicamente corretta né scientificamente fondata. Se si continua a dire che i vaccinati si infettano molto meno dei non vaccinati e che gli effetti dell’eventuale, meno probabile, infezione, nel loro caso sono molto meno importanti e quasi banali e che, comunque, la loro carica virale, eventualmente, sarebbe molto minore, allora se ne deve dedurre che la loro situazione non può e non deve essere equiparata a quella dei non vaccinati.

In primo luogo si deve considerare che – già da qualche tempo – gli esperti sottolineano la notevole differenza esistente tra contagiato senza sintomi e malato di Covid. Nel caso dei vaccinati, per quel che sostengono gli esperti, il contagio è molto meno probabile, la malattia ancor meno e gli effetti gravi un’ipotesi residuale, per cui bisognerebbe, finquando non si giunga - come è auspicabile e come vado scrivendo da mesi – all’obbligo vaccinale generalizzato, stabilire che i vaccinati non vadano in quarantena solo per essere stati in classe con soggetti contagiati, anche perché il contagio in classe, con il distanziamento e le mascherine e con una maggioranza di vaccinati, è piuttosto improbabile ed è invece molto più probabile che sia avvenuto altrove.

L’idea di obbligare il personale scolastico al green pass e, quindi, in definitiva, visto anche il costo dei tamponi, alla vaccinazione generale, senza obbligare gli studenti vaccinabili alla vaccinazione non risolve i problemi ed espone i ragazzi, anche quest’anno, al rischio di non poter fruire di un anno scolastico normale in presenza e senza interruzioni e ostacoli. Le idee camminano sulle gambe degli strumenti pratici allestiti per realizzarle altrimenti restano, come insegnava un filosofo della fine dell’ottocento, come i “caciocavalli appesi”.

Il Governo non ha colto l’occasione favorevolissima di introdurre l’obbligo vaccinale generale dato dall’esteso fronte di forze politiche apertamente favorevoli – da Forza Italia a Leu – e dalle spaccature interne alle stesse basi elettorali e classi dirigenti dei due partiti più ostili – almeno a seguire le parole dei rispettivi segretari – e cioè Lega e Fratelli d’Italia, in cui ampie maggioranze interne sono favorevoli, malgrado i loro vertici nazionali, all’obbligo vaccinale.

E’ quantomeno dalla battaglia di Caporetto che i soldati italiani hanno dimostrato di essere meglio dei loro generali ed è da molto prima che i cittadini comuni hanno idee più intelligenti di quelle di molti esponenti politici di primo rango. Anche questa volta è così.

Il Governo dovrebbe approfittarne, per garantire la salute pubblica, come non hanno mancato di sottolineare ripetutamente, tra gli altri, il Presidente della Repubblica e il Papa, la ripresa economica, come ricordano ognora Confindustria e Sindacati, e la vita sociale e culturale di cui tutti abbiamo un gran bisogno.

Speriamo che una decisione saggia e pragmatica arrivi prima che sia troppo tardi".