"Piazze di spaccio" Benevento-Napoli, la Dda chiede il processo per 15 persone

L'inchiesta della guardia di finanza, a novembre l'udienza preliminare

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Benevento.  

Dovranno presentarsi dinanzi al gup del Tribunale di Napoli, il prossimo 23 novembre, le quindici persone di cui il sostituto procuratore della Dda Francesco Raffaele ha chiesto il rinvio a giudizio nell'inchiesta antidroga della guardia di finanza di cui l'opinione pubblica era venuta a conoscenza nello scorso aprile, quando era stata eseguita una ordinanza di custodia cautelare.

Nel mirino una presunta associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di cocaina, hashish, marijuana e semi di canapa indiana. Una struttura con compiti e ruoli precisi, di cui è ritenuto promotore Giuseppe Martucci, 29 anni, di Casoria. Con lui, come imputati, Daniele Pizzone, 27 anni, Luigi Badioli, 27 anni, Carmine Ianniello, 30 anni, Angelo La Montagna, 27 anni, Grazia Lepore, 45 anni, Graziano Somma, 31 anni, Giuseppe Tassella, 37 anni, tutti di Benevento, Matteo Ventura, 26 anni , Aldo Pugliese, 29 anni, di Ceppaloni, Antonio Esposito, 30 anni, Davide Sivero, 29 anni, Marco Sivero, 26 anni, Antonella Vitelli, 36 anni, di Napoli, Domenico Vizioli, 46 anni, di Caivano. L'accusa associativa non riguarda Badioli, Pugliese, Vitelli ed Esposito, chiamati in causa per la cessione di stupefacenti.

L'inchiesta, supportata da intercettazioni e servizi di “osservazione e controllo” riguarda fatti che si sarebbero verificati nel 2017, sui quali le gialle hanno puntato la loro attenzione, accertando – sostengono gli inquirenti - “l'esistenza e l'operatività” di un'associazione composta da due gruppi, operante nei territori di Napoli e Benevento”.

Pizzone viene considerato il promotore del gruppo beneventano, che, insieme a quello partenopeo, avrebbero dato vita ad una “stabile struttura organizzativa”, “piramidale”, al fine “di monopolizzare il mercato di sostanze stupefacenti nella città di Napoli e nel capoluogo sannita”.

La tesi dell'accusa è che sarebbero state “costituite vere e proprie piazze di spaccio”, con “accurata ripartizione dei compiti, con ramificata diffusione delle attività sul territorio, con punti vendita in aree determinate sulle quali venivano smerciate le sostanze”.

Pizzone avrebbe gestito “in prima persona l'attività illecita, ponendola in essere in maniera diretta o indiretta attraverso l'intermediazione di altri consociati”. Avrebbe tenuto “stretti contati di collaborazione con i sodali napoletani per l'approvvigionamento dello stupefacente”, confermandosi “l'elemento cardine del traffico di stupefacenti in particolare nella città di Benevento e nei paesi limitrofi”.

Sono impegnati nella difesa gli avvocati Claudio Fusco, Marianna Febbraio, Gerardo Giorgione, Nicola Covino, Simona Voso, Beatrice Salegna, Carlo Ercolino, Leopoldo Perone, Valeria Verrusio, Salvatore Impradice, Vincenzo Carrano, Giuseppe Ricciulli e Raffaello Perrotta.