'Vilipendio istituzioni', perquisita Ornella Mariani Forni. "Diritto d'opinione"

La Digos 'visita' casa della saggista di Benevento e le sequestra il cellulare su ordine pm Palumbo

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"Si fa riferimento alle mie prese di posizione sul conflitto russo-ucraino"

Benevento.  

Quando mi riceve nella sua bella abitazione nella zona alta di Benevento, con una cortesia che stride fortemente con l'inevitabile insistenza del mio lavoro, non mi dà l'impressione di una persona che ha appena subito una lunga perquisizione. “Le sembro preoccupata?”, esordisce, sorridendo, Ornella Mariani Forni, 76 anni e uno spirito battagliero che non accenna a placarsi.

Gli agenti della Digos sono appena andati via, dopo essere rimasti per oltre sei ore, “e quattro caffè”, in quell'appartamento che hanno 'visitato' su ordine del sostituto procuratore Donatella Palumbo, sequestrando il telefono cellulare della saggista sannita conosciuta oltre i confini provinciali. Un personaggio di indubbia rilevanza pubblica, protagonista di prese di posizione lontane mille miglia dal cosiddetto mainstream: dai vaccini e dal green pass alla guerra scatenata dalla Russia in Ucraina.

Parole, le sue, pronunciate in tv e negli appuntamenti di piazza, e disponibili in rete, che le sono costate un'ipotesi di reato di vilipendio delle istituzioni, normata dall'articolo 290 del codice penale. Il riferimento, in particolare, come spiega l'interessata - è difesa dall'avvocato Augusto Sinagra- al cronista, è “al conflitto russo ucraino”. Hanno avuto senza dubbio una eco amplissima l'appello rivolto dalla Mariani Forni al presidente della Russia Putin e le durissime critiche rivolte ai vertici della Repubblica.

“Sono molto felice di apprendere che un magistrato si preoccupa di tutelare l'onore delle istituzioni, di cui mi si contesta il vilipendio”, commenta. “Ricordo a chi di dovere – aggiunge - che da qualche parte c'è anche il vilipendio al popolo italiano, e a tal proposito mi piace stabilire che questa iniziativa giudiziaria contraddice il mio diritto di opinione non ancora revocato dalla Carta costituzionale”.

Non è finita: “Nello stesso strumento d'indagine è fatto riferimento alle mie posizioni sul conflitto russo-ucraino, in proposito rivendico ancora una volta il mio diritto di opinare e parlare”.

La conclusione: “Sequestrare del materiale informatico per un reato come quello di cui trattasi è davvero sconcertante, dal momento che le mie opinioni le esprimo con la testa e non con l'informatica. Auguro sereno e proficuo lavoro al pm Palumbo”.