"Infarto non diagnosticato", paziente morto: condannato l'ospedale S. Pio

Benevento. La sentenza del giudice Cusani: risarcimento dei danni ai familiari di un 66enne

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Benevento.  

Ha condannato l'azienda ospedaliera San Pio senza aver neanche bisogno di nominare un proprio consulente medico- legale. Perchè ha ritenuto, “giudice peritus peritorum, il comportamento assunto dai medici sia del Pronto Soccorso di S.Agata dei Goti che al Pronto Soccorso di Benevento assolutamente non conforme alle linee guida e violativo delle più elementari regole dell’arte medica...”.

In calce alla sentenza, ovviamente appellabile, la firma del giudice civile Flavio Cusani, che ha disposto il risarcimento dei danni in favore dei familiari, rappresentati dall'avvocato Domenico Della Ratta, di G. F. un 66enne caudino morto il 29 aprile del 2018.

Il giorno prima l'uomo, affetto da forti dolori addominali, aveva raggiunto il pronto soccorso dell'ospedale di Sant'Agata dei Goti, da quale, dopo essere stato visitato, sottoposto ad accertamenti ed ad una terapia antidolorifica, era stato dimesso dopo tre ore con la diagnosi di colica addominale. Una volta a casa, i dolori non erano spariti, per questo in serata era stato accompagnato al San Pio di Benevento. Intorno all'una della notte era stato visitato dai medici, con diagnosi di ingresso di “oligo-anuria e dolore addominale”; poi non sarebbe stato adeguatamente assistito e monitorato. Le sue condizoni si erano aggravate fino al momento in cui il suo cuore si era fermato per sempre.

Secondo il giudice, “i sanitari di S.Agata de’Goti e di Benevento, in particolare, hanno omesso la corretta diagnosi, e non hanno monitorato l’attività cardiaca del paziente, pur in presenza di dolori addominali (possibile sintomo di infarto in corso), determinando il ritardo della corretta diagnosi e le terapie d’urgenza possibili, sia farmacologiche, che chirurgiche che rianimatorie”.

Non sarebbero state praticate le necessarie indagini cliniche, diagnostiche e strumentali elettive (in particolare elettrocardiogramma, enzimi cardiaci), doverose in ragione della anamnesi e della sintomatologia del paziente, spesso ricorrente nell’infarto. Da qui la dichiarazione di responsabilità della struttura sanitaria, assistita dall'avvocato Giuseppe Merola, che rimanda alla questione, di estrema attualità, del trattamento delle urgenze nella nostra provincia.