"Bancarotta" Consorzio agrario, chiesti dieci rinvii a giudizio

L'indagine del pm Rosa e della finanza. Udienza preliminare nel marzo 2023

bancarotta consorzio agrario chiesti dieci rinvii a giudizio
Benevento.  

Poco più di un anno fa l'avviso di conclusione dell'inchiesta a carico di dodici persone, ora le richieste di rinvio a giudizio. Sono dieci, le ha avanzate il sostituto procuratore Patrizia Filomena Rosa nell'indagine della guardia di finanza sulla gestione del Consorzio agrario provinciale.

Bancarotta: è l'accusa per la quale il 16 marzo del prossimo anno dovranno comparire dinanzi al gup Maria Di Carlo, che dovrà decidere tra la fissazione del processo e il non luogo a procedere,  per Giacomo Papa e Valentina Rettino, commissari liquidatori, rispettivamente, dal 2 dicembre del 2009 all'8 novembre del 2013 e dall'8 novembre del 2013 al 12 novembre del 2019; Luigi Muraca, Giulio Vecchione, Giovanna Razzano, componenti del Comitato di sorveglianza liquidatori; Gianluca Scarponi e Mara Pepe, componenti dell'Autorità di vigilanza; Nicola De Girolamo, direttore generale e commissario ad acta del Consorzio dal 2001 al 2018; Fabio Corda, commissario ad acta del Consorzio, Maurizio Boffa, attestatore del Consorzio, difesi dagli avvocati Sergio Rando, Anselmo Torchia e Pietro Chiodo, Luigi Giuliano, Pietro Farina, Mario Antinucci, Vincenzo Gatti e Nazzareno Lanni.

Nell'elenco non figurano più due persone nel frattempo decedute.

Come più volte ricordato, nel mirino degli inquirenti è finita la presunta distrazione e dissipazione di somme di denaro riconducibili al Consorzio, in liquidazione coatta amministrativa dal 1996, che avrebbe creato problemi alla massa creditizia. Attenzione puntata, inoltre, sulla tenuta dei libri e delle scritture contabili, che non avrebbe reso possibile la ricostruzione del patrimonio e la movimentazione degli affari, e sull'esecuzione di pagamenti a favore di alcuni dei creditori.

Tutto ciò, sostiene la Procura, avrebbe determinato il consolidamento e l'incremento di una rilevante sproporzione tra attivo e passivo- con debiti pari a oltre 62 milioni di euro e risorse disponibili per circa 27 - e la formazione di uno stato di insolvenza irreversibile che avrebbe dovuto determinare gli organi del Consorzio alla richiesta di scioglimento. Invece, sarebbe stato perpetrato, anche attraverso le istanze di concordato, tutte rigettate, l'esercizio provvisorio del Consorzio.

L'inchiesta, avviata nel 2017 e supportata da una consulenza, era stata scandita nel marzo del 2019 da una serie di perquisizioni operate dalle fiamme gialle, su ordine del Pm, in più centri.

Nato nel 1901, il Consorzio agrario, ripetutamente al centro di polemiche di natura politica, è stato per decenni il gioiello dell'economia sannita. Attraversato dalla crisi, nel 1992 era finito in amministrazione controllata: prima tappa di una parabola discendente che successivamente ne avrebbe registrate altre all'insegna della nomina di più commissari, della dismissione di alcuni settori e della riduzione dell'organico.