AGGIORNAMENTO 20 OTTOBRE
Ha ripercorso le tappe della vicenda, puntando ancora il dito contro la docente - una 38enne di Benevento -, agli arresti domiciliari dal 10 settembre per una ipotesi di violenza sessuale aggravata ai danni di un 12enne. Lui, un suo alunno, lo ha fatto rispondendo, con il supporto di una psicologa, alle domande delle parti durante l'incidente probatorio dinanzi al gip Pietro Vinetti chiesto dal pm Assunta Tillo.
La profesoressa è difesa dall'avocato Angelo Leone, il minore e i sui genitori sono assistiti dall'avvocato Paolo Abbate, che aveva ottenuto il via libera alla citazione, come responsabile civile, del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, che, avvalendosi della facoltà di non farlo, non si è però costituito.
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AGGIORNAMENTO 11 OTTOBRE
Fissato per il 19 ottobre l'incidente probatorio chiesto dal pm Assunta Tillo nell'inchiesta a carico della 38enne docente di Benevento, difesa dall'avvocato Angelo Leone, agli arresti domiciliari dal 10 settembre per una ipotesi di violenza sessuale aggravata ai danni di un alunno di 12 anni - lui e i suoi familiari sono assistiti dall'avvocato Paolo Abbate - della scuola media di un centro della Valle Caudina nella quale insegnava.
Il gip Pietro Vinetti ha anche autorizzato la citazione come responsabile civile del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.
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Ha chiesto al gip Pietro Vinetti, che dovrà decidere se fissarlo o meno, l'incidente probatorio. E' l'iniziativa adottata dal pm Assunta Tillo, per ascoltare la parte offesa nel corso di un'audizione protetta, presenti tutte le parti, e cristallizzarne le dichiarazioni prima del dibattimento, nell'inchiesta per la quale dallo scorso 10 settembre una 38enne docente di Benevento è agli arresti domiciliari per una ipotesi di violenza sessuale sessuale aggravata ai danni di un alunno di 12 anni della scuola media di un centro della Valle Caudina nella quale insegnava.
A carico della donna, difesa dall'avvocato Angelo Leone, una ordinanza di custodia cautelare che la scorsa settimana il Riesame ha confermato, firmata in una indagine dei carabinieri centrata sui comportamenti che la professoressa avrebbe mantenuto nei confronti del ragazzo – lui ed i suoi genitori sono rappresentati dall'avvocato Paolo Abbate -, con il quale avrebbero instaurato prima un presunto “rapporto di predilezione in classe” poi un presunto “intenso rapporto telematico mediante plurime comunicazioni via whatsapp (messaggi, video e audio), inviandogli e chiedendogli di inviare a sua volta fotografie a contenuto esplicitamente sessuale, avviando conversazioni di esplicito contenuto sessuale”.
Quando era comparsa al copspetto del giudice che ne aveva disposto l'arresto, la 38enne – come più volte ricordato -si era detta profondamente scossa, ammettendo di aver sbagliato a dare troppa confidenza a tutti e, in particolare, al 12enne, assecondandolo. Aveva fatto riferimento ad un forte momento di stress, per il quale aveva iniziato un percorso psicologico.
