Inchiesta inquinamento fiumi e Servizio idrico a Gesesa, due Comuni parti civili

Benevento. Stessa scelta per Codici nazionale e campano. Trenta richieste di rinvio a giudizio

inchiesta inquinamento fiumi e servizio idrico a gesesa due comuni parti civili
Benevento.  

Diciannove le parti offese, ma solo quattro hanno depositato al momento la costituzione di parte civile: i Comuni di Ponte e Moiano, con gli avvocati Vincenzo Sguera e Nunzia Meccariello, e l'associazione Codici - livello nazionale e campano-, con gli avvocati Ivano Giacomelli e Giuseppe Ambrosio.

E' l'unica notizia – quella del rinvio per l'assenza del giudice era già nota da giorni – nell'udienza preliminare a carico delle trenta persone ( e della Gesesa) che il pm Assunta Tillo vuole a processo per i due tronconi, riuniti, dell'inchiesta dei carabinieri del Noe sull'inquinamento dei fiumi e sull'affidamento alla Gesesa, da parte del Comune di Benevento, della gestione del Servizio idrico integrato. Il 26 giugno il prossimo appuntamento dinanzi al Gup.

Il primo filone era rimbalzato all'attenzione dell'opinione pubblica nel maggio de 2020, quando erano stati sequestrati dodici depuratori tra Benevento – Ponte delle Tavole, Capodimonte e Pontecorvo – Telese Terme (2), Frasso Telesino, Melizzano, Forchia, Castelpoto, Morcone, Ponte e Sant'Agata dei Goti.

Nel mirino degli inquirenti, amministratori, dirigenti e tecnici comunali, amministratori, dirigenti e dipendenti della Gesesa, titolari e operai di società, titolari e addetti di laboratori di analisi, tecnici Arpac. Si tratta di Giorgia Dora Amato, di Benevento, Domenico Bernando, di Sant'Agata dei Goti, Rosanna Cocozza, di Benevento, Gelsomino De Angelis, 59 anni, di Ponte, Francesco De Laurentiis, di Benevento, Antonio Di Rubbo, di Benevento, Vincenzo Maria Falcione, della provincia di Isernia, Piero Ferrari, di Roma, Carlo Alberto Iannace, di San Leucio del Sannio, Mario Lepore, di Benevento, Gianluca Luciani, di Pietrelcina,Claudio Maraschiello, di Benevento, Antonio Mazza, di Benevento, Michele Mazzarelli,di Faicchio, Giuseppe Melillo, di Vitulano, Massimo Messere, di Paduli, Antonio Pisanti, 44 anni, di Maddaloni, Anna Pontillo, di Calitri, Piero Porcaro, di Ceppaloni, Giovanni Rossi, di Venafro, Giovanni Ruggieri, di Castelvenere, Raffale Scarinzi, di Vitulano, Giovanni Tretola, di Sant'Angelo a Cupolo, difesi dagli avvocati Andrea De Sanctis, Raffaele Tecce, Vincenzo Regardi, Emanuela Serrato, Alfredo Scialò, Umberto Del Basso De Caro, Fabio D'Alessio, Beatrice Ucci, Umberto De Falco, Federica Ventorino, Viviana Olivieri, Angelo Leone, Luigi Romano, Ettore Marcarelli, Roberto Pulcino, Fabio Russo, Daniele Bonavita, Antonio Nobile, Salvatore Rubinetti, Antonio Lonardo, Grazia Luongo, Bruno Botti, Dario Vannetiello, Maria Carla Pagnotta e Riccardo Olivo (per Gesesa).

Le accuse contestate a vario titolo: inquinamento ambientale, frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata, gestione illecita di rifiuti, scarichi di acque reflue senza autorizzazione, abuso d’ufficio e falsità ideologico. Attenzione puntata sulla gestione operativa degli impianti da parte delle Gesesa, sugli esami effettuati sui campioni delle acque di scarico, ritenuti solo “documentalmente conformi” ai parametri di legge”. Una situazione che avrebbe provocato il peggioramento dello stato di salute dei corsi d'acqua.

Due i nomi che compaiono anche nel secondo filone: Piero Ferrari (avvocati Marcello D'Auria e Andrea De Sanctis), fino al gennaio 2019 amministratore delegato di Gesesa, e Giovanni Tretola (avvocato Vincenzo Regardi), capo tecnico della Gesesa. A loro si aggiungono Oreste Montano (avvocato Marcello D'Auria), ingegnere, Giovanni Colucci (avvocati Giovanbattista Colucci e Raffaele Tecce), commissario straordinario dell'Ato Calore-Irpino e dall'ottobre del 2018 commissario liquidatore dello stesso, Mario Pasquariello, nel 2018 – l'epoca dei fatti, assessore comunale ai lavori pubblici, Maurizio Perlingieri, dirigente dello stesso settore di Palazzo Mosti – entrambi difesi dall'avvocato Sergio Rando- , Giovanni Moriello (avvocato Marcello D'Auria), geologo, Giovanni Quarantiello (avvocato Luigi Bocchino), capogruppo in consiglio comunale di una delle liste a supporto del sindaco Mastella, primo firmatario di un emendamento sottoscritto anche da altri rappresentanti dell'assise, Pasquale Schiavo (avvocato Andrea De Sanctis), responsabile servizio manutenzione della Gesesa.

Diversi gli addebiti prospettati: per Ferrari, Colucci, Montano, Pasquariello, Perlingieri e Quarantiello quello di abuso d'ufficio, prospettata per una delibera del 2018 – Pasquariello l'aveva proposta alla giunta che l'aveva approvata, al pari del Consiglio – sull'individuazione della Gesesa come gestore del Scrvizio idrico integrato. Un'iniziativa ritenuta illegittima dagli inquirenti, secondo i quali l'affidamento sarebbe dovuto andare solo a società interamente pubbliche.

Per Moriello e Schiavo, in concorso con Montano e Ferrari, l'accusa di abuso d'ufficio, per Tretola, in concorso con Ferrari, Montano e Schiavo, quella di falso in relazione allo studio di prefattibilità tecnica ed economica del sistema depurativo di Benevento. Infine, per Ferrari, Colucci e Montano una presunta turbativa di gara.

Si tratta di una inchiesta scandita dall'annullamento, deciso dal Riesame, di un maxi sequestro per 78 milioni di euro a carico della Gesesa, e dal no del Gip, appellato dal Pm, all'adozione di alcune misure cautelari.

Oltre a quelle ricordate, figurano come parti offese Legambiente Campania, Asso Consum, Aeci, i Comuni di Castelpoto, Morcone, Telese Terme, Frasso Telesino, Sant'Agata dei Goti, Forchia, Melizzano, Benevento, Apollosa, Arpaise.