"Contro le mafie basta parole, servono i fatti e formazione dei giovani"

Monito di don Luigi Ciotti di Libera a Castelvenere e a Sant'Agata de' Goti: politiche giovanili

contro le mafie basta parole servono i fatti e formazione dei giovani

"Mai dimenticare che quando parliamo di organizzazioni criminali che l'ultima mafia è sempre la penultima. Nel codice genetico dei mafiosi c'è un imperativo: rigenerarsi”

Benevento.  

“Continuiamo a parlare da 150 anni di mafie, ma servono fatti concreti, serve investire nella formazione dei giovani, nelle politiche giovanili”.

Questo il monito lanciato dal Sannio da don Luigi Ciotti, presidente dell'associazione "Libera", oggi a Castelvenere presso l’Istituto Alberghiero IIS Faicchio dove ha incontrato centinia di studenti e amministratori e, nel pomeriggio presso il Duomo di Sant’Agata de Goti.

“Ci sono grandi operazioni da parte delle forze dell'ordine e dei magistrati – ha più volte rimarcato il presidente nazionale di Libera -, ma poi se dall'altra parte non si fanno altri tipi di interventi tutto svanisce. La lotta alla mafia significa più cultura, più scuola. Mai dimenticare che quando parliamo di organizzazioni criminali che l'ultima mafia è sempre la penultima. Nel codice genetico dei mafiosi c'è un imperativo: rigenerarsi”.

Un doppio appuntamento nell'ambito delle tappe di avvicinamento al 19 Marzo, trentennale dell’uccisione di Don Peppe Diana, ed alla giornata del 21 Marzo - Giornata Nazionale della Memoria e dell’impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie che quest’anno si celebrerà a Roma.

Con gli studenti una traccia di riflessione espressione del percorso didattico dell’indirizzo scolastico dal titolo “Diamo Sapore al Sapere”: una pietanza a base di Responsabilità, Partecipazione e Speranza.

“Ho risposto alle loro domande, ai lori dubbi. I ragazzi hanno bisogno di risposte, di parole vere – ha rimarcato don Ciotti - e quando trovano dei punti di riferimento veri si infiammano. Abbiamo una grande responsabilità: di ascoltarli. Questa rischia di essere una società che non investe sui giovani. Si preoccupa dei giovani ma non se ne occupa”.

Occasione per tenere accesi i riflettori sul bene confiscato alla criminalità organizzata presente nel Comune di Castelvenere, sottolineando “la necessità di soluzioni amministrative e finanziare atte al ripristino del bene e successivo riutilizzo sociale”.

“La Chiesa riesce ad unire più della politica. Il bene sequestrato alla camorra che insiste sul nostro territorio è a disposizione di chiunque intenda sensibilizzare i giovani per lottare le mafie” ha rimarcato il sindaco di Castelvenere Alessandro Di Santo in apertura dei lavori con circa 800 studenti dell’Istituto Turistico-Alberghiero, retto dal dirigente Nazzareno Miele.

“Da anni, come Comune – ha ribadito il primo cittadino -, partecipiamo a bandi per ottenere finanziamenti volti alla ristrutturazione del bene sequestrato per poi concederlo ad associazioni, ma alla fine veniamo esclusi dalle graduatorie utili perché il nostro territorio fa registrare un basso indice di criminalità”.

Nel pomeriggio a Sant'Agata de' Goti don Luigi Ciotti è stato accolto da tantissimi cittadini e associazioni che hanno riempito il Duomo. Al centro dell'incontro la pubblica riflessione sul dirompente ed ancora drammaticamente attuale documento “Per Amore del mio Popolo” a trent’anni dall’uccisione di don Peppe Diana.

Con Don Ciotti il Procuratore della Repubblica di Benevento, Aldo Policastro e il Vescovo della Diocesi di Cerreto Sannita – Telese - Sant’Agata de Goti, Giuseppe Mazzafaro. A coordinare i lavori il Referente territoriale di Libera, Marco Natale. Moderatore il referente provinciale di Libera Benevento, Michele Martino che ha rimarcato l'importanza di tenere “alta la guardia in Valle Caudina contro la camorra e il il riutilizzo dei beni che un tempo erano della criminalità organizzata ed oggi confiscati”.

Valle Caudina al centro dell'attenzione delle forze dell'ordine e della magistratura. “Lo Stato è presente qui come in tutto il Sannio” ha detto il procuratore capo Aldo Policastro che ha poi rimarcato: “prioritario è l'impegno della magistratura in quest'area dove si concentra la criminalità più insidiosa, ovvero quella criminalità che ha 'fatto il salto' nell'attività imprenditoriale, economica con usura e riciclaggio. Per combattere questi fenomeni serve un impegno non solo delle forze dell'ordine ma di tutti i cattadini e gli amministratori”.

“Un onore avere qui don Luigi Ciotti. La sua presenza a Sant'Agata è uno stimolo per noi per fare sempre meglio e mettere in campo azioni di prevenzione contro la criminalità organizzata” ha affermato il sindaco saticulano, Salvatore Riccio.