AGGIORNAMENTO 5 MARZO
Lasciano il carcere dopo circa sei mesi, e vanno ai domiciliari, Giovanni Vetrone (avvocati Nico Salomone e Bendetta Masone), 61 anni, all'epoca dei fatti cardiologo dell'ospedale di viale Principe di Napoli, e Antonio Zito (avvocati Umberto Del Basso De Caro e Pietrantonio De Nuzzo), 59 anni, di Pulsano. La decisione è stata adottata dal gup Roberto Nuzzo, che ha anche dichiarato inefficace la misura per Vetrone rispetto all'esercizio abusivo della professione.
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C'è anche il Fatebenefratelli (con l'avvocato Gerardo Orlando), con la sua richiesta di risarcimento di 1 milione di euro (e una provvisionale di 200mila euro) tra le parti civili nel giudizio a carico di Giovanni Vetrone (avvocati Nico Salomone e Bendetta Masone), 61 anni, all'epoca dei fatti cardiologo dell'ospedale di viale Principe di Napoli, e Antonio Zito (avvocati Umberto Del Basso De Caro e Pietrantonio De Nuzzo), 59 anni, di Pulsano, un viceprocuratore onorario che era in servizio a Lecce, che dal 24 settembre 2024 erano passati dai domiciliari, ai quali si trovavano, al carcere in un supplemento dell'indagine del pm Chiara Maria Marcaccio e della guardia di finanza sulle presunte molestie sessuali di cui sarebbero rimaste vittime alcune pazienti del medico durante le visite nell'ambulatorio ospedaliero alla presenza di Zito, che si sarebbe presentato come un suo assistente.
Oggi l'appuntamento dinanzi al gup Roberto Nuzzo, che il 24 marzo si pronuncerà sulle eccezioni delle difese relativamente alle parti civili e sulle richieste di rito abbreviato, avanzate dai difensori, per i due imputati, condizionato all'acquisizione di due consulenze (una medico- legale, altra, tecnica, su un telefonino), e di attenuazione della misura, con la concessione degli arresti in casa, per Vetrone e Zito. Rispetto a quest'ultima, attesa la decisione, mentre il giudice ha confermato la custodia in carcere dopo aver dichiarato inefficace la misura in relazione ad uno degli addebiti.
Per loro le accuse di violenza sessuale di gruppo aggravata dalla circostanza di esser stata realizzata da un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni; di esercizio abusivo della professione medica e di interferenze illecite nella vita privata.
Nel mirino degli inquirenti le presunte condotte che avrebbero mantenuto in un ambulatorio dell'ospedale, dove avrebbero compiuto atti sessuali ai danni di alcune donne che sarebbero state palpeggiate dal medico e da Zito. Scene che un telefonino piazzato sotto la scrivania avrebbe ripreso. Venticinque le parti offese, molte delle quali si sono costituite parti civili con gli avvocati Antonio Leone, Vincenzo Sguera, Giovanni Pratola, Nicola Covino, Cosimo Marcellino, Togo Verrillo, Fabio Russo, Ettore Marcarelli, Carmelo Sandomenico, Antonio Rauzzino, Giovanni Rossi, Francesca Durante, Alboino Greco e Fabrizio Giordano.
L'esistenza delle riprese era saltata fuori quando a febbraio 2024 una 60enne telesina si era rivolta all'avvocato Leone dopo essere stata ascoltata dalla guardia di finanza, che le aveva mostrato le immagini della visita cardiologica alla quale si era sottoposta nel novembre 2021 al Fatebenefratelli. Lei era rimasta di stucco dinanzi a quei fotogrammi, a quelle scene immortalate alla presenza di un'altra persona che credeva fosse un medico. Come più volte anticipato, si tratta di una vicenda emersa durante le intercettazioni disposte in una inchiesta della Procura di Potenza a carico di Zito ed altri e trasmessa per competenza alla Procura di Benevento.
Vetrone e Zito erano stati colpiti a giugno 2024 da una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari che era stata eseguita dopo che la Cassazione aveva dichiarato inammissibile il ricorso dei difensori contro la decisione con la quale il Riesame aveva accolto l'appello del Pm contro il no del Gip all'adozione della misura. A distanza di tre mesi, poi, per entrambi si erano aperte le porte del carcere.
