Tutta 'colpa' di... quella porta, verrebbe da dire, evocando in tono scherzoso il titolo di un celebre film del genere horror che invitava... a non aprirla. I carabinieri lo avevano invece fatto, scoprendo in un mobile cartucce e proiettili che gli erano costati la denuncia e, a seguire, un processo.
Si è concluso oggi dinanzi al giudice Gelsomina Palmieri che ha assolto, per non aver commesso il fatto, Vincenzo Di Meo, un 35enne di Faicchio, accusato di detenzione illegale di munizionamento. I fatti risalivano all'ottobre 2021, quando l'uomo, difeso dall'avvocato Danilo Riccio, si era visto piombare in casa i militari, allerati da una segnalazione anonima relativa alla presenza di pistole nell'abitazione.
Inevitabile la perquisizione, risultata negativa. Niente armi, insomma. Fino a quando i carabinieri non avevano aperto una porta che metteva in comunicazione l'appartamento fino a quel momento 'visitato' con la camera da letto di una casa adiacente. E' qui, sistemati in un comò, che erano stati rinvenuti e sequestrati cartucce e proiettili il cui possesso era stato contestato al 35enne. Dall'istruttoria è invece emerso che quella stanza era di uso esclusivo del nonno, morto da alcuni anni, e che quelle munizioni erano sue perchè andava a caccia. Da qui l'assoluzione.
