Il racconto della morte di un bimbo di 7 anni non può essere simile a quello del furto di un orologio o di un tamponamento tra auto. Ammesso che ne esistano di giuste, bisogna sforzarsi di cercare le parole che suonino non solo come consolatorie e semplicemente retoriche. E c'è un modo per provare a farlo: sincronizzare il battito del cuore di chi scrive alla tastiera del computer. Pensando a ciò che proveremmo se ci trovassimo noi al posto dei genitori del piccolo di Frasso Telesino.
Non sono i primi, non saranno purtroppo gli ultimi ad essere lacerati da un dolore squassante. Cosa ci può essere di più ingiusto e devastante della perdita di un figlio, di una innocenza stroncata mentre attendeva di sbocciare? Possiamo prendercela col mondo intero, maledire un destino rapace che ha allungato i suoi artigli ed ha strappato una creatura all'amore di cui era,e sarà sempre circondato.
Dobbiamo pensare a lui, al suo sorriso, agli abbracci ed ai baci dati e ricevuti, alla gioia che ha invaso il papà e la mamma nel guardarne gli occhi. E' impossibile accettare che lui non ci sia più, che una malattia bastarda se lo sia portato via per sempre in un attimo. Restano il ricordo per i momenti belli ma maledettamente troppo brevi, il rammarico per i sogni che non potrà cullare, per un futuro che non ha potuto avere. Le lacrime bagnano i volti, la commozione è fortissima, ciascuno di noi stringe a sé i propri figli e si dice fortunato.
Addio, piccolo. Anche se non ti abbiamo conosciuto, il tuo dramma, come quello di chi come te se ne è andato troppo presto, ci ha profondamente rattristato e turbato: La vita è stata ingrata ed ingiusta con te: perdonala. E fallo, se puoi, anche con queste righe.
