Nessuna misura per l'ex sindaco di San Giorgio del Sannio, Angelo Ciampi, 56 anni, di San Martino Sannita, e il direttore del Conservatorio di Benevento, Giuseppe Ilario, 61 anni, di Rotondi, per i quali la Procura aveva chiesto i domiciliari, altre tre persone ai domiciliari ed una in carcere.
Sono queste le decisioni del gip di Napoli, a distanza di oltre tre mesi dagli interrogatori preventivi, per il troncone sannita dell'inchiesta della Dda e dei carabinieri su una serie di appalti tra le province di Caserta e Benevento.
Nel mirino degli inquirenti, per ciò che riguarda il Sannio, l'appalto rifiuti a San Giorgio del Sannio, per il quale sono stati disposti gli arresti in casa, per una presunta corruzione e turbativa di gara, per Pietro Buonanno (avvocati Roberto Prozzo e Pasquale Matera), 65 anni, di Bucciano, Virgilio Emanuele Pio Damiano (avvocato Vincenzo Maiello), 26 anni, di Montesarchio, e Vittorio Fuccio (avvocato Teresa Meccariello),48 anni, di Paolisi. Custodia in carcere, invece, per Aniello Ilario (avvocati Maiello e Di Stasio), 58 anni, di Rotondi. Nessuna misura, come detto, per Ciampi (avvocato Pierluigi Pugliese) e Giuseppe Ilario (avvocato Francesco Perone): rispetto alle esigenze cautelari, il Gip ha infatti evidenziato che Ciampi non è più primo cittadino di San Giorgio del Sannio, nel caso di Ilario l'assenza di consapevolezza rispetto al piano corruttivo ipotizzato.
I fatti risalgono al 2022: secondo gli inquirenti, Aniello Ilario, legale rappresentante della Czeta, che aveva partecipato, consorziandosi nel Ciclat scarl, alla gara di appalto, indetta dal comune di San Giorgio del Sannio, per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, avrebbe versato a Ciampi e Buonanno, presidente della commissione di gara, la somma di 10mila euro a testa per garantirsi l'aggiudicazione dell'appalto: una somma ritenuta il presunto acconto rispetto a quella di 90mila euro, da sborsare successivamente, in occasione della aggiudicazione, di Natale, Pasqua e Ferragosto.
Espletata la gara, per un errore nella formulazione dell'offerta, Ciclat era risultata la seconda classificata, dietro una ditta di Ravenna. A quel punto, Ilario avrebbe contattato Ciampi e Buonanno per indurli ad estromettere la ditta vincitrice e ad affidare l'aggiudicazione al consorzio Ciclat.
A Damiano, Giuseppe Ilario e Fuccio viene assegnato il ruolo di presunti agevolatori: il primo avrebbe accompagnato Aniello Ilario a Napoli, per la consegna della prima tranche di denaro a Ciampi, il secondo avrebbe fatto da intermediario per gli appuntamenti tra Ciampi ed Ilario, mentre Fuccio avrebbe procurato ad Ilario gli incontri a Napoli con il sindaco.
In uno di questi Aniello Ilario si sarebbe alzato dal tavolino al quale era seduto con Ciampi dinanzi ad un bar e, immortalato dalla telecamera del locale, avrebbe infilato una busta nello zaino di Ciampi, precedente prelevato e poi rimesso al suo posto. All'interno della busta, sostiene l'accusa, 10mila euro che Ciampi, che pensava si trattasse di materiale pubblicitario per la costruzione di un impanto di rifiuti, avrebbe scoperto una volta tornato a casa e che, aveva sostenuto durante l'interrogatorio, aveva ridato ad Ilario.
Diciassette, sulle 34 proposte, le misure cautelari adottate complessivamente: tre in carcere, 7 ai domiciliari, 2 divieti di dimora in Campnai e a Casal di Principe, 5 interdizioni.
