Da una parte il pm Patrizia Filomena Rosa, che ha insistito per gli arresti domiciliari per tutti, dall'altra i difensori – gli ultimi tre discuteranno il 7 novembre -, che hanno evidenziato l'insusistenza dei gravi indizi e sollecitato la conferma della decisione del gip Roberto Nuzzo, che aveva detto no all'adozione della misura per medici di base e componenti delle commissioni, dipendenti di un patronato, un avvocato.
Si tratta delle sedici persone - risiedono tra Benevento, San Marco dei Cavoti, Ceppaloni, Paolisi, San Giorgio del Sannio, Paduli, Foioano- che, come anticipato da Ottopagine, sono state tirate in ballo da una inchiesta della guardia di finanza in materia di invalidità
Associazione per delinquere, corruzione, falso e truffa le ipotesi di reato contestate a vario titolo in un'attivtà investigativa che ha messo nel mirino un presunto giro di soldi per l'ottenimento e la conferma dell'invalidità e dei relativi benefici economici.
L'inchiesta era stata avviata quando una persona aveva denunciato di essere stata destinataria di richieste di denaro dal suo medico per le pratiche della pensione di invalidità. Da qui un lavoro supportato da intercettazioni ambientali, negli studi professionali e nelle auto, e telefoniche. Il Pm avrebbe voluto gli arresti in casa per gli indagati, la parola passa ora al Riesame, chiamato a pronunciarsi sull'appello della dottoressa Rosa contro il rigetto della sua richiesta da parte del Gip.
Sono impegnati nella difesa, tra gli altri, gli avvocati Luigi Diego Perifano, Viviana Olivieri, Sergio Rando, Ettore Marcarelli, Umberto Del Basso De Caro, Marcello D'Auria, Camillo Cancellario, Nunzio Gagliotti, Valentina Masiello Luca Russo, Lucia D'Angelis . Oltre 70 gli indagati complessivi, tra i quali rientrano, ovviamente, i presunti beneficiari.
