Si avvalso della facoltà di non rispondere al gip Roberto Nuzzo, dinanzi al quale è comparso in carcere – presente il pm Chiara Marcaccio -, Salvatore Ocone, 58 anni, di Paupisi, accusato dell'omicidio della moglie Elisa, 49 anni, e del figlio Cosimo, 15 anni, e di aver ridotto in fin di vita la figlia Antonia, 17 anni.
Difeso dall'avvocato Giovanni Santoro, Ocone, al quale è contestato anche il sequestro di persona, è stato raggiunto da una nuova ordinanza, firmata a Benevento, che si è resa necessaria dopo il trasferimento degli atti, per competenza, dal gip del Tribunale di Campobasso. Dunque, solo un passaggio procedurale. Anche il 3 ottobre, ma nel carcere del capoluogo molisano, il 58enne era rimasto in silenzio, apparendo particolarmente provato agli occhi del suo legale.
Agli atti restano, al momento, le dichiarazioni che aveva rilasciato durante l'interrogatorio condotto dal procuratore Gianfranco Scarfò, dal sostituto Marcaccio e dai carabinieri. Quando, come anticipato da Ottopagine, avrebbe raccontato di aver aggredito la coniuge, ritenuta troppo autoritaria e aggressiva nei suoi confronti, e i due figli con la stessa pietra del peso di 12 chili. Colpendo prima Elisa, che era a letto come Antonia, e poi, in soggiorno, Cosimo, probabilmente svegliato dalle grida, . Poi aveva caricato i corpi dei due figli a bordo della sua Opel e si era allontanato. Un viaggio disperato, concluso a Ferrazzano, in Molise, dove era stato individuato e bloccato.
