Ha ribadito, rispondendo alle domande delle parti, le sue conclusioni: per il dottore Alfonso Tramontano, consulente del pm Maria Capitanio, è capace di intendere e volere. Dunque, nessuna infermità mentale, ma solo un “momento psicotico” in una persona con problemi di alcolismo, per Benito Miarelli (avvocato Nicola Covino), 58 anni, di Pannarano,in carcere dal 4 luglio 2024 con l'accusa di aver ammazzato, soffocandolo prima e decapitandolo poi mentre era a letto, il fratello Annibale, 70 anni, di cui aveva poi portato la testa in strada.
Avevo subito un colpo alla testa, ho fatto ciò che mi aveva ordinato Sant'Antonio, ha provato a spiegare il terribile gesto l'imputato, che ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee. Si torna in aula il 25 novembre: spazio ai testi della difesa e all'esame di Benito, poi la Corte di di assise (presidente Rotili,a latere Monaco più i giudici popolari) deciderà se disporre la perizia psichiatrica sollecitata dal legale dell'uomo.
Tutto era accaduto nella tarda serata del 3 luglio dello scorso anno con modalità horror rispetto alle quali l'allora 57enne aveva già fatto riferimento nell'immediatezza ad un ordine ricevuto da Sant'Antonio; poi aveva sostenuto di aver sentito una voce che lo aveva spinto a scagliarsi contro il povero Annibale.
Durante l'interrogatorio dinanzi al gip Vincenzo Landolfi, aveva rivendicato la sua convinzione sul fatto che Annibale fosse posseduto dal diavolo, e che l'unica possibilità di allontanare il demonio anche da sè fosse legata al delitto di Annibale, che un anno e mezzo prima aveva lasciato Roma, dopo la morte della moglie, ed era tornato a Pannarano. Un omicidio atroce, contestato con le aggravanti della crudeltà e della stabile convivenza.
