Premio Strega, sette finalisti per la 76esima edizione

La proclamazione al Teatro Romano di Benevento

premio strega sette finalisti per la 76esima edizione
Benevento.  

Mario Desiati "Spatriati" (Einaudi) con 244 voti; Claudio Piersanti "Quel maledetto Vronskij" (Rizzoli) 178 voti, Marco Amerighi con "Randagi" (Bollati Boringhieri) 175 voti; Veronica Raimo "Niente di vero" (Einaudi) 169 voti, al quinto posto un ex aequo: Fabio Bacà "Nova" (Adelphi) e Alessandra Carati "E poi saremo salvi" Mondadori) con 168 voti. A questi sei finalisti si è aggiunto, nel rispetto del regolamento dello Strega che prevede che se in Cinquina ci sono solo grandi editori il diritto al ripescaggio il più votato tra i medi-piccoli, Veronica Galletta con Nina sull’argine (minimum fax), 103 voti.

Per la prima volta in 76 anni sono sette i libri in finale al Premio Strega.

La proclamazione pochi minuti fa a Benevento, al Teatro Romano, scenario designato, ormai per il secondo anno consecutivo, per la scelta.

Con un video della città per mostrare le bellezze di Benevento, apre puntando sulla promozione turistica la serata beneventana del Premio Strega 2022, tra il giallo delle ginestre e il viola del logo, disegnato dall'artista Olimpia Zagnoli che ha immaginato una strega contemporanea.

Conduzione affidata al direttore di Rai Uno Stefano Coletta che ha voluto subito con sé il padrone di casa, Clemente Mastella che ha nuovamente rilanciato la richiesta di portare a Benevento la serata finale dello Strega. "Magari anche ogni quattro anni, nell'anno bisestile" ha scherzato prima di anticipare "Il 25 agosto riapriremo il Teatro Comunale di Benevento".

Primi a calcare il palcoscenico il vincitore dello scorso anno, Emanuele Trevi, presidente del seggio e il direttore della fondazione Bellonci, Stefano Petrocchi che ha raccontato di un'edizione, la 76esima, "al cardiopalma".

Ha parlato della longevità del Premio e dello "sguardo lungo della fondatrice del Premio, Maria Bellonci" il Presidente della Fondazione Bellonci Giovanni Solimine.

Poi spazio alle storie, alle vite dello Strega capaci di indagare generazioni e unicità. Rapporti importanti e intimi. La grande Storia che si intreccia con le piccole, grandi vite.

E dunque è stato il momento di conoscere gli autori divisi in gruppi di tre: Marco Amerighi con "Randagi" (Bollati Boringhieri), Fabio Bacà "Nova" (Adelphi), Alessandro Bertante "Mordi e fuggi" (Baldini+-Castoldi), Alessandra Carati "E poi saremo salvi" (Mondadori), Mario Desiati "Spatriati" (Einaudi), Veronica Galletta "Nina sull'argine" (minimum fax), Jana Karsaiova "Divorzio di velluto" (Feltrinelli), Marino Magliani "Il cannocchiale del tenente Dumont" (L’Orma), Davide Orecchio "Storia aperta" (Bompiani), Claudio Piersanti "Quel maledetto Vronskij" (Rizzoli), Veronica Raimo "Niente di vero" (Einaudi), Daniela Ranieri "Stradario aggiornato di tutti i miei baci" (Ponte alle grazie).

Una serata speciale in cui si riesce, seppure in brevissimo tempo a conoscere davvero un po' in più gli autori e le storie dello Strega. 

"È la selezione emersa da 74 titoli giunti a compimento durante gli anni della pandemia" ha detto Melania Mazzucco, la presidente del Comitato direttivo del Premio.

Una serata condotta con ritmo e partecipazione da Stefano Coletta e seguita attentamente dal pubblico che ha gremito il Teatro Romano. Un'emozione, ogni volta.