Diretta. Mastella: "Aspetto le scuse degli Stati Uniti"

"Mi sento come Giobbe, ricordo le parole di Andreotti in mio conforto"

Il sindaco: "Qualche imbecille ha cavalcato la mia vicenda, anche un piccolo borghese che gli italiani spero respingano come Presidente del Consiglio".

Benevento.  

Una conferenza stampa lontana da urla e j'accuse quella organizzata all'Hotel President dal Sindaco Mastella per parlare dell'assoluzione arrivata ieri nel processo Udeur.

Inizialmente, mentre il sindaco si è intrattenuto con alcuni amici è intervenuta con Ottochannel la moglie Sandra: "il momento più brutto è stato quando ho appreso le notizie da Sky. Il danno politico è stato inestimabile, ci vorrebbe quasi una class action ma non la faremo perché pagherebbero i cittadini".

Poi è intervenuto Mastella :"Prima di arrivare ho acceso un cero alla Madonna delle Grazie. Ringrazio il professor Furgiuele, e l'ex arcivescovo di Benevento che venne a trovarmi nonostante qualche obiezione. Mi hanno chiamato tanti politici ma ringrazio in particolare l'onorevole Chiti. Sono contento anche per le dimostrazioni d'affetto di tanti magistrati. Certo la sofferenza è stata tanta, ma lungi da me pensare che sia stato uno sfizio di qualcuno portare avanti questo processo".

Interviene poi il professor Furgiuele: "Abbiamo dato la massima collaborazione all'autorità giudiziaria: mai chiesto un rinvio, sempre dato consenso a utilizzabilità degli atti. La sentenza di ieri è l'epilogo di un percorso giudiziario fatto di archiviazioni, proscioglimenti. Abbiamo avuto cura di evitare fi affermare questo o quel risultato senza condizionare dall'esterno la giustizia. Con la sentenza di ieri si è sbriciolato il castello accusatorio. Bisogna discutere per evitare che si ripetano processi di questo tipo. Non tutti sono Clemente Mastella, tanti cittadini non possono comunicare quel che subiscono".

Riprende la parola Mastella: "Mi sento come Giobbe. Ho avuto sempre fede nella giustizia. Ho visto mia moglie per mesi lontana da casa. Qualche altro povero Cristo non avrebbe avuto la mia stessa risonanza. Non ho mai voluto la prescrizione. Qualche imbecille locale ha cavalcato la vicenda in campagna elettorale, altri nel vaffa day, da ultimo un piccolo borghese che spero gli italiani respingano come presidente del consiglio, (messaggio che sembra indirizzato a Salvini n.d.r.) mi hanno etichettato come Belzebù. Noi avevamo un partito, non c'è più, chi ci ripagherà di questo? Chiedo subito a social e Wikipedia di far scomparire le cose che mi riguardano, perché sono stato assolto. Spero che il consolato degli Stati uniti mi chieda scusa: fui respinto, perché c'erano fake news sui miei dati personali. Sono tornato umiliato indietro".

"Ho avuto anche un infarto. Andreotti mi disse "Almeno a me hanno risparmiato la famiglia, a te manco quella. Ho avuto tutti indagati. Io non credo sia solo una vicenda giudiziaria: Sorgi dichiarò che venne a Napoli e un funzionario della prefettura gli consegnò i file delle intercettazioni in anteprima. È inaudito" "Colombo e Davigo dissero che ero stato uno dei migliori ministri della giustizia degli ultimi quaranta anni. Bisogna far qualcosa. Il sistema non funziona. Molti mi hanno chiesto di candidarmi alle politiche. Faccio il sindaco a Benevento ma farò politica". "Quando andai a consegnare le dimissioni a Napolitano fui chiamato dal segretario generale del Quirinale per sapere se mi volessi dimettere davvero o no. Mi lasciarono da solo tutti. Tranne Chiti. Prodi non cadde per colpa mia, ma per i contrasti con tutti i partiti e in particolare con Veltroni che voleva confrontarsi con Berlusconi. Rossi, Turigliatto, Scalera e gli altri che votarono contro non erano dell'Udeur".

Cristiano Vella