Pd: «Provincia: Di Maria si arrampica sugli specchi»

«Cose paradossali alla Rocca: un gran pasticcio che ci porteremo fino alla fine della legislatura»

pd provincia di maria si arrampica sugli specchi
Benevento.  

Durissimo attacco dei consiglieri provinciali Pd, Paglia, Di Cerbo e Ruggiero al presidente della Provincia Di Maria sul caso Boccalone: «La nota stampa del mastelliano Presidente della Provincia di Benevento rappresenta il classico ed ennesimo esempio della «pezza peggiore del buco»...

Andiamo per odine.

Anche se, per un mero errore di battitura, la Delibera dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) è stata definita «sentenza», nulla cambia nella sostanza degli atti e dei fatti.

L’ANAC, attraverso i mezzi che gli sono propri, ha deliberato la «inconferibilità, ai sensi dell’articolo 7 comma 2 D.lgs, dell’incarico di Direttore Generale all’avvocato Nicola Boccalone, la inconferibilità dell’incarico come commissario straordinario di Asea e la conseguente nullità dell’incarico e del relativo contratto».

Il tentativo del mastelliano Presidente della Provincia, Ragioniere Antonio Di Maria, di sviare dalla gravità dei fatti, ovvero aver eluso e aggirato la delibera dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, tentando di «buttarla in linguistica», è offensivo della dignità dei Cittadini Sanniti che da tempo chiedono di conoscere, senza aver alcuna riposta nel merito, le ragioni di cotanto spregiudicato agire.

Perché, esimio Presidente, non ha ottemperato alla delibera dell’ANAC sulla inconferibilità e sulla nullità dell’incarico all’avv. Boccalone?

Cavillare, inoltre, sulla differenza fra incarico «inconferibile e nullo» è anch’esso raggirante delle norme sulla trasparenza e sull’anticorruzione. Oltre all’evidente fatto che l’inconferibilità generi, nella sostanza, la nullità degli atti prodotti, Lei, lo ribadiamo, ha eluso lo spirito e la lettera della delibera dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.

È palese che la vicenda in questione, anche se l’incarico è inconferibile invece che nullo, conduca sempre e comunque all’impossibilità di nominare l’avv. Boccalone nella carica di Direttore Generale della Provincia di Benevento.

È tutto talmente paradossale che nell’atto in cui si recepisce la cessazione, per dimissioni (!), del rapporto di lavoro dell’avv. Boccalone dalla funzione di Direttore Generale, il tema dell’inconferibilità dell’incarico sollevato dall’ANAC non sia nemmeno accennata. Per la mastelliana Provincia di Benevento, semplicemente, l’Autorità Nazionale Anticorruzione non esiste!

In tutta questa tristissima vicenda vi è anche la responsabilità della Segretaria Generale, Dott.sa Dovetto, che si è assunta l’onere di «non recepire il deliberato ANAC» con propri atti, che non abbiamo ancora avuto il piacere di leggere all’Albo Pretorio dell’Ente, ma che acquisiremo con l’urgenza del caso unitamente alla dichiarazione di accettazione dell’incarico di responsabile dell’Area Amministrativa/Finanziaria dell’avv. Boccalone.

Per il resto, l’intervento del Presidente della Provincia è una triste difesa, da barcollante «arrampicatore di specchi» (ormai è il suo sport preferito!), di un gran pasticcio che ci porteremo fino alla conclusione della sua esperienza ai vertici della Rocca.

Chiarendo che nessuno di noi era consigliere provinciale ai tempi della Presidenza Cimitile, evidenziamo come non ci sia mai stata la necessità di produrre un «Regolamento sui poteri sostitutivi in caso di interdizione del Presidente» perché mai si era verificato quello a cui abbiamo dovuto assistere con l’attuale inquilino della Rocca, primo ed unico Presidente della storia della nostra Provincia a ricevere un provvedimento interdittivo dal 1860!

Nonostante la citata interdizione, il Presidente della Provincia di Benevento ha conferito alla Segretaria, Dott.sa Dovetto, la Responsabilità dell’Area Amministrativa/Finanziaria, con responsabilità sui servizi di Staff, le Società Partecipate, l’Avvocatura e la Polizia Provinciale. Funzioni che, nella sostanza, l’hanno dotata dei poteri del dimissionario (!) Direttore Generale, al punto da dover poi cedere le «deleghe gestionali» per un palese conflitto d’interesse con la propria funzione di Responsabile dell’anticorruzione.

È altresì legittimo e doveroso, per il rispetto che dobbiamo ai Cittadini della nostra Provincia oltre che alle leggi della Repubblica, riflettere sui provvedimenti e gli atti adottati da una Direzione Generale, la cui nomina è risultata inconferibile, che hanno prodotto (ad esempio) un indebitamento di circa 10 (dieci) milioni di euro per la realizzazione di interventi sulla viabilità provinciale in un contesto in cui non si riescono a spendere nemmeno le somme già assegnate dal Governo nazionale.

Se il Presidente della Provincia, il Ragioniere Antonio Di Maria, vorrà portare questi temi innanzi ad un Tribunale Penale, o presso la Corte dei Conti, saremo ben lieti di accompagnarlo. Ci consentirà di evidenziare come i rappresentanti del Partito Democratico abbiano assolto la propria doverosa funzione di controllo ponendo dei legittimi interrogativi sulla gestione di una Provincia che appare sempre più (mal) governata da un «cerchio magico» in salsa tammaro-ceppalonese».