Pepe: «Cos'è il Pd in Campania oggi? Un punto di riferimento o un traino?»

La coordinatrice: «Non esiste una segreteria regionale, non si fanno riunioni da 2 anni...»

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Benevento.  

«Il problema non sono i rapporti con la Regione: è agli atti, siamo stati in prima linea per l'elezione di De Luca a governatore, il problema è politico». Così Antonella Pepe, coordinatrice della segreteria provinciale del Partito Democratico, all'indomani delle elezioni comunali del capoluogo. «Oggi – spiega la Pepe – il tema politico è serio ed è quello del rapporto tra le classi dirigenti e il partito. Perché su questo si registra un corto circuito».

Senza mezzi termini l'attivista dem spiega: «Io credo sia un errore se ci siano componenti politiche che fanno riferimento a esponenti politici, perché questo a Benevento ha portato a trovare queste componenti schierate addirittura contro il Pd...e si tratta di componenti che erano presenti a tutte le elezioni comunali». Il riferimento è alle liste deluchiane, chiaramente. E sul tema Pepe rincara la dose: «La questione va risolta, va spiegato cosa sia oggi il Pd in Campania: un perno di una formazione che comprende diverse anime o è una delle tante espressioni a traino di personalismi. Perché se guardiamo a quanto accaduto negli ultimi anni si evince che il Pd viene puntualmente cannibalizzato da altri interessi. Guardiamo alle ultime comunali: il Pd vince ovunque in Campania, ma non si schioda da quel 10-15 per cento perché il consenso viene dilapidato in altre formazioni».

E da una situazione del genere, secondo Antonella Pepe, si esce anche ridando smalto al Pd a livello regionale: «Bisognerebbe tornare a far funzionare gli organismi dirigenti. Noi attualmente non abbiamo una segreteria regionale: c'è un segretario, ma non c'è una segreteria. Non c'è una conferenza dei segretari di federazione: basta pensare che i segretari di federazione si sono visti l'ultima volta a febbraio 2020, non c'era il covid, si tratta di un'era geologica fa. Se guardiamo inoltre alle ultime elezioni regionali scopriamo che la costruzione dell'alleanza che ha sostenuto De Luca non è stata portata avanti dai segretari dei partiti, ma da Bonavitacola, che è il vicepresidente della Giunta regionale. Insomma, il dato è che il Pd non ha esercitato alcuna funzione, e in un'elezione vinta col 70 per cento è uscito dimezzato come rappresentanza in consiglio. Insomma: il Pd oggi è più debole di prima, e in consiglio si sono creati microgruppi organizzati di potere che possono porre veti dove ritengono e in base ai propri interessi».

Quanto alla situazione su Benevento, dopo le elezioni, il risultato soddisfa Antonella Pepe: «Anche se si è perso il risultato è straordinario: se fossimo partiti in anticipo probabilmente avremmo vinto. Oggi c'è una città spaccata, perché Mastella ha vinto di poco, e dobbiamo lavorare facendo tesoro di quanto messo in campo in questi mesi. Serve un Pd profondamente diverso da come è stato negli ultimi anni, e fatto sul modello di quanto messo in campo per queste elezioni, ponendosi a punto di riferimento di una comunità plurale e inclusiva. Di certo non si può andare dagli elettori ogni cinque anni a chiedere il voto».

E infine uno sguardo al congresso che verrà e al ruolo dell'area dissidente che ha seguito Mastella: «Per il congresso c'è un commissario che decide, io dico solo che deve essere l'inizio di un rinnovamento e di un nuovo corso. De Pierro, Del Vecchio e chi ha sostenuto Mastella? Non credo ci saranno, hanno fatto scelte diverse: magari saranno nel nuovo soggetto centrista di Mastella, magari nel partito di De Luca se farà un suo partito, ma non credo proprio staranno nel Pd».