Viespoli: «Io netturbino? Ne metterò su una bella squadra allora»

L'ex sindaco in conferenza con D'Alessandro: «Saremo all'opposizione. Mastella ci ha provocato»

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Benevento.  

«Vuol dire che mi metterò a fare il capo dei netturbini». Pasquale Viespoli, nella conferenza stampa convocata dopo le comunali, con accanto l'ex sindaco Sandro D'Alessandro, imputa proprio all'appellativo spregiativo di Mastella la voglia di opposizione: «Sì sì, Mastella mi ha stimolato a fare opposizione, e la farò».

Proprio sui toni e lo stile usato dal sindaco eletto durante la campagna elettorale e dopo Viespoli vuole intervenire: «Ho riscontrato la volgarità della vittoria. Certe cose vanno stigmatizzate pubblicamente. Esprimere pubblico disprezzo invitando addirittura all'applauso contro di noi ad esempio. E così oggi siamo qui accanto: il nostalgico e il netturbino. Ma credo si tratti principalmente di un problema di cultura istituzionale». E sull'origine della polemica Viespoli spiega: «Avevo detto che Mastella rappresentasse un elemento inquinante, ma era solo un riferimento politico che evidentemente richiedeva una risposta politica. E' anche una questione di stile: nel '96 dopo le elezioni con Perifano, che perse, ci incontrammo e ci stringemmo la mano perché era la file delle ostilità. Peraltro all'epoca Mastella votò per Perifano, perché io non feci apparentamenti. Non solo: quando ero sindaco, e loro furono cacciati da Ceppaloni, ripresi la manifestanzione Quattro Notti e Più di Luna Piena, perché era giusto. Oggi Mastella gioca la narrazione del solo contro tutti, ma in realtà aveva l'Asi, la Provincia, la Regione, l'Acer...e nonostante ciò ha vinto di poco e per un voto plebiscitario in 12 sezioni su 72. ».

E poi Viespoli ricorda: «Nel 2011 per generosità e per errore mio Mastella è stato riammesso in politica. In ogni caso organizzerò un po' di netturbini, perché la città ha bisogno di pulizia».

E anche D'Alessandro annuncia che lavorerà all'opposizione, nella conferenza in cui era presente anche Angelo Moretti di Civico 22: «Ce ne sono 12 in consiglio comunale, con me e Pasquale saranno 14. Una risposta serviva, per le offese ricevute sul piano personale: non doveva farlo Mastella. Anche perché io sono sempre quello che nel 95 lavorava come capogruppo di An in Provincia, collaborando coi suoi sindaci. Sono quello del 2011. Allora andavo bene?. A Mastella dico di fare il sindaco, e di farlo bene, perché se facesse anche solo un decimo di quel che abbiamo fatto io e Pasquale come sindaci avrebbe comunque raggiunto un grandissimo risultato». E non lesina stoccate alla destra e in particolare a Fratelli d'Italia D'Alessandro: «E' paradossale come un partito che in Italia arriva al 20 per cento e oltre qui prende l'1 per cento. La verità è che non è stata fatta politica in queste elezioni, anzi, non si è voluta fare politica e si è svenduto un patrimonio. Io francamente mi sarei aspettato le dimissioni dei vertici provinciali, in altri tempi ci si sarebbe dimessi». D'Alessandro poi sollecitato sul rifiuto di candidarsi a sindaco ha spiegato: «Avremmo preso qualche punto percentuale in più, ma l'esito sarebbe stato lo stesso. Ho fatto le mie valutazioni e ho preferito non scendere in campo, per fortuna. In ogni caso quel che conta è quel che verrà dopo, perché Mastella deve sapere che non ha di fronte i nostalgici, ma i futuristi».