Tattica e condizione: il Benevento è quello giusto

3-0 da ricordare al Bentegodi: tutto ha girato in maniera positiva. Ottimo viatico per i play off

Benevento.  

Un 3 a 0 in trasferta è di per sé risultato memorabile, un 3 a 0 al Bentegodi è una diapositiva di sentimenti forti da conservare gelosamente nell'album dei ricordi. 

La vittoria di Verona in fondo è la conferma della bella prestazione offerta col Palermo, la continuazione di un solco felice fatto di slanci agonistici e di bravura tecnica, delle idee testarde di un allenatore che tanti hanno bistrattato. Iniziamo da lui che non ha sentito le sirene del cambiamento dopo il ko con i rosanero ed è andato avanti con quella stessa formazione, senza cambiare una virgola. Ne ha azzeccate tante, qualcuna l'ha cambiata tempestivamente in corso d'opera. La serenità con cui ha portato la squadra ad essere ancora in corsa per ogni traguardo a quattro giornate dalla fine può essere l'arma in più anche negli eventuali play off.

LA TATTICA. Bucchi inizia con il solito 4-3-1-2, ma si accorge presto che davanti si forma una sorta di imbuto e che gli esterni dell'Hellas (soprattutto Vitale) hanno grande propensione offensiva. E allora si passa velocemente al 4-4-2, Ricci va a fare l'esterno a destra, Bandinelli dovrebbe allargarsi maggiormente a sinistra. Nel primo tempo è proprio la fascia mancina a soffrire maggiormente: c'è Matos che sembra imprendibile e Improta non riesce a frenarlo. Ma sulla destra le cose vanno meglio e Ricci fa cose egregie, tranne che inquadrare lo specchio della porta. Non è un caso che la fascia mancina cambi completamente nella ripresa: prima Letizia per Improta (che fa quel che può, ma non è un difensore), poi Buonaiuto al posto di Bandinelli. Nel Benevento finisce per funzionare ogni cosa, anche i lanci lunghi che portano alle prime due segnature. Con due attaccanti strutturati e bravi ad attaccare la profondità, per la difesa dell'Hellas diventa un problema. Il clichet si ripete due volte quasi in fotocopia: lancio lungo per l'assist di Armenteros a Coda e gol dell'Hispanico, in autentico stato di grazia.

LA CONDIZIONE. Bucchi ha detto di preferirla ai risultati: avrebbe accettato più un pareggio conquistato con convinzione che una vittoria arraffata per il rotto della cuffia. La squadra è arrivata a questo punto del campionato in una forma eccellente, al di là del disegno tattico ehe certamente l'aiuta. Si vive sull'onda del momento felice, inutile versare lacrime sul latte versato. Poteva andare meglio, ma chi ci pensa? Bisogna invece guardare al futuro con tutta la fiducia possibile. Ci sono altre quattro partite da affrontare prima di conoscere il verdetto finale: Cosenza venerdì al Vigorito, poi Crotone il primo maggio, ancora il Padova a Benevento, finale a Brescia. Saranno play off? Ben vengano. In fondo il Benevento li ha esorcizzati due anni fa, quando partendo dalla quinta posizione e giocando anche i preliminari riuscì ad approdare in serie A.

Intanto c'è subito un'altra giornata di quelle che possono cambiare i connotati al campionato: Pescara-Verona, Spezia-Perugia, ma soprattutto Lecce-Brescia. Il Benevento va in avanscoperta venerdì col pericoloso Cosenza ringalluzzito dall'idea dei play off. In B è così: non è mai finita, neanche quando pensi sia finita...