Benevento, strada spianata. Ma ora nessuna leggerezza

Partita complicata, risolta dall'estro di Roby Insigne e dalla forza di Massimo Coda

Benevento.  

L'ipoteca è messa, ora bisogna andare fino in fondo. Il Benevento ha imboccato la strada per la finale dopo una partita difficile, complicata dal gol di Proia dopo un inizio giallorosso più che promettente. Per tre quarti di gara è sembrato di rivivere la sfida di Crotone. Un canovaccio conosciuto: avversari in vantaggio su azione di calcio da fermo, difesa strenua e Benevento in chiara difficoltà contro retroguardie strutturate e organizzate. Al netto del minuto del gol, allo Scida era andata pressoché alla stessa maniera. 

I play off sono così, chiunque prova a capitalizzare il poco che riesce a guadagnarsi. Il Cittadella non avrebbe meritato il vantaggio, i giallorossi avevano colpito due legni (molti hanno sostenuto che il primo di Coda fosse in fuorigioco, ma le immagini di Dazn dicono il contrario) e dimostrato di poter essere ben più pericolosi degli avversari. Ma quel gol di Proia, arrivato dopo un “pasticcio” tra Maggio e Tello (con Superbike pronto alla deviazione di testa e il colombiano sfortunato a rimpallare la respinta) ha cambiato l'inerzia della partita. Il Cittadella ha chiuso il fortino, ha dato un paio di mandate al lucchetto ed ha sfidato il Benevento a fare la partita. E' lì che sono iniziate le difficoltà della squadra di Bucchi. Perchè quando l'avversario fa densità davanti alla sua porta e “sporca” tutte le linee di passaggio diventa difficile per chiunque. Ancora di più per la squadra di Bucchi, abituata a sfruttare l'ampiezza più che imbucare i palloni negli spazi. E' per questo che il gioco è parso asfittico, con quei cross lunghi quasi sempre preda dei difensori veneti e con tanti errori di misura.

LA VARIABILE. Più decisiva l'entrata di Roby Insigne che l'espulsione di Proia. Il Cittadella aveva trasformato la sua area in un fortino (4-4-1) e i cross dei giallorossi erano sempre uguali. Fino alla “furbata” del fratello d'arte, che ha “visto” in anticipo l'errore di Rizzo e si è fatto servire la più comoda delle palle gol. Il cross di Buonaiuto era stato uguale agli altri, è stato l'intuito di Insigne a renderlo diverso. Minuto del pari: 75' e 30''. Sospiro di sollievo, perché scardinare quella difesa era la chiave di tutto. Perché dopo aver perso la sua “verginità”, la squadra veneta ha cominciato a regalare quegli spazi che aveva sempre negato fino a quel momento. Così sette minuti dopo (82' e 43'') è arrivato anche il raddoppio. Neanche a dirlo da una iniziativa di Coda e Roby Insigne, che se n'è andato sulla destra come ai vecchi tempi ed ha messo in mezzo di destro un pallone che il bomber di Cava ha sbattuto alle spalle di Paleari.

VITTORIA MERITATA. Al di là delle difficoltà incontrate, la vittoria giallorossa appare assolutamente meritata. La mole di gioco dei sanniti è stata importante, 59% di possesso palla, 9 tiri contro 6 scagliati verso la porta avversaria. Un predominio evidente anche sul piano fisico, considerato che il Benevento ha corso senza soluzione di continuità fino al 95'. Andando persino a segnare il terzo gol (annullato giustamente per fuorigioco) a testimonianza non solo di mentalità, ma anche di condizione fisica invidiabile.

Così la prima sfida, quella che serviva a rompere il ghiaccio, va in archivio. Con il massimo della soddisfazione e con un risultato che dà ampie assicurazioni anche per la partita di ritorno. I “se” e i “ma” lasciano il tempo che trovano, semmai possono servire ulteriormente per preparare la gara di ritorno. Nessuno crede che sia già tutto deciso, ma la porta è stata aperta e ora bisogna solo varcarla. Con tanta attenzione e con la determinazione necessaria per arrivare fino in fondo.