Eccolo qua il “cuore impavido” giallorosso. Gianluca Lapadula è pronto a prendersi le chiavi dell'attacco della strega, a farsi conoscere anche dai tifosi sanniti, dopo aver fatto piangere (per via del distacco) quelli salentini. Braveheart: lo chiamano così da quando il fratello rapito dal film di Mel Gibson ne rivide la stessa cattiveria agonistica nel corso di una partita tra ragazzi di 13 anni. Il cuore impavido è nato là, modellato poi in un più pomposo “Sir William Wallace”, l'eroe nazionale scozzese interpretato proprio da Gibson.
Ci ha messo un po' “Lapa” per ritrovare una condizione accettabile. Dopo la retrocessione del Lecce aveva staccato la spina, un po' di vacanze nella sua Savelletri (frazione di Fasano), poco esercizio fisico. Quando è arrivato nel Sannio la truppa giallorossa aveva già terminato il ritiro di Seefeld e lui ha dovuto faticare per mettersi al passo. Ma oggi finalmente ci sarà anche lui, in un contesto che gli ripropone un brivido di piacere: l'anno scorso nella trasferta in casa degli “aquilotti” segnò un bel gol con un tap-in da calcio d'angolo e se ne vide annullare un altro apparso ai più buono sulla respinta da calcio di rigore battuto da Babacar.
Undici gol finali, più uno, proprio quello annullato all'Olimpico. Un bel bottino per il bomber di tratti somatici degli indios dell'Amazzonia peruviana, ereditati dalla mamma nata alle falde delle Ande. Punta a ripetersi, magari a migliorarsi. Ci punta tanto Pasquale Foggia che oggi all'Olimpico vestirà i panni dell'ex: “Credo che anche questo campionato – ha detto – sarà ricco di gol per gli attaccanti, soprattutto se arriverà Suarez alla Juve. Speriamo che si inserisca uno dei nostri: io punto su Lapadula, col lavoro mio e di Pippo sarà sempre più stimolato”.
“Braveheart” ritrova il campo, la partita vera e, speriamo, il feeling col gol. E' un giorno importante per il Benevento, essenziale per uno come lui che vuole mettere le radici in A e condurre la strega alla salvezza.
