Benevento-Cagliari, una guerra di nervi

Conta più l'aspetto psicologico che quello tecnico: partita che vale una stagione

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Benevento.  

Sarà una guerra di nervi prima ancora che una sfida sul piano tecnico-tattico. Quelle partite che si giocano sul filo dell'equilibrio, che si può spezzare all'improvviso per una giocata o persino per un colpo della sorte. Dopo Benevento-Cagliari mancheranno ancora tre partite, ma non scopriamo niente se diciamo che sarà questa a delineare le sorti future delle due squadre. Una partita in cui non serve il bel gioco (e non ci sarà...), ma che dovrà essere approcciata con intelligenza e col cuore, senza mettere le due cose in antitesi l'una con l'altra. Serve razionalità perchè senza quella si rischia di essere travolti dalla frenesia, ma occorre anche il cuore che deve spingere la squadra oltre i propri limiti. Sembrano parole scontate prima di una sfida che vale un campionato, ma non fa male ribadirle. 

Prendiamo la partita di ieri sera tra Torino e Parma. I granata hanno giocato una partita modesta sul piano tecnico, persino sovrastati dagli emiliani in alcune fasi del primo tempo. Poi è bastata una percussione di uno dei suoi uomini più importanti (Ansaldi) e si sono presi i tre punti. Prestazione un tantino “sporca” ma estremamente efficace. Quasi da prendere come esempio.

Il Benevento riprende oggi a lavorare in vista della sfida di domenica. I pronostici non gli sono favorevoli, anche le agenzie di scommesse danno per favoriti i sardi (a 2,25 la vittoria rossoblù, a 3,10 quella giallorossa), ma la cosa deve scivolare senza condizionamenti sulle spalle dei ragazzi di Inzaghi. Per tante giornate sono stati loro ad avere tanto da perdere, questa volta il gioco psicologico addirittura potrebbe ribaltarsi: il Cagliari ha effettuato il massimo sforzo cogliendo 10 punti in 4 partite, ora potrebbe anche ritrovarsi col “braccino”, quello che appare ogni volta che c'è da chiudere i conti.

E' inutile dire che in casa giallorossa, questa settimana, bisognerà lavorare anche sul piano psicologico: avere gambe traballanti non fa bene a nessuno, bisogna entrare in campo con la determinazione necessaria, persino con la certezza di non essere inferiori all'avversario. Farà bene a molti rivedere le immagini della gara dell'andata. In fondo quel Cagliari che presentava per la prima volta nelle sue fila Nainggolan di ritorno dall'Inter, non era poi così diverso da quello odierno in tema di uomini. Sono cambiati, però, l'allenatore e il fattore psicologico. Quel 6 gennaio era il Benevento ad essere in fiducia e il Cagliari in confusione. Ma si tratta di partite sostanzialmente diverse: questa vale un campionato intero non solo per la squadra giallorossa, ma anche per i sardi. L'ansia ci sarà per entrambi, avrà la meglio chi saprà controllarla. Una battaglia di nervi, lo abbiamo detto. Che bisognerà conservare ben saldi.