Un gol da ariete a Crotone, uno pregevole in tuffo di testa nel derby con la Casertana. Prima di questi exploit, quattro gol che lo avevano incoronato re dei bomber giallorossi in estate. Non si può certo dire che finora Ciccio Salvemini si sia nascosto, anzi. Sembra nel pieno della maturazione psico-fisica dopo anni di gavetta e di attesa, tra Andria, Monopoli e Potenza, ma anche in Sicilia all'Akragas e al Messina. A Giugliano finalmente due stagioni importanti, due volte in doppia cifra, la seconda culminata nei play off. Poi Cerignola, l'esame più pregnante, il sogno della B sfiorato a lungo, 37 partite, 14 gol e 5 assist. E all'alba dei suoi 28 anni il passaggio quest'estate al Benevento. Con una missione da compiere. Senza se e senza ma.
Quella “coppia di gemelli” da formare
Dicono che faccia reparto da solo, ma ora si ritrova in un parco attaccanti stellare con Tumminello, Manconi e Mignani a chiedergli almeno di dividere l'incombenza di buttare giù i muri delle difese avversarie. Auteri andrà alla ricerca di una coppia di “gemelli del gol”, perchè, salvaguardando sempre l'equilibrio tattico, sarebbe un delitto lasciarne fuori tre: “Vi confesso – dice Ciccio - che non ho preferenze in attacco: ho giocato da solo, con un altro attaccante e anche con due. Per me è lo stesso”. Umile e disponibile, non vuol sentir parlare di giocatori che sono la colonna portante della squadra: “Sento dire di una spina dorsale indispensabile e dominante, ma francamente mi viene difficile parlare di queste cose. Preferisco dire che siamo una spina dorsale unica”.
Guardare sempre avanti
Il passato è già in archivio, ancora di più quello inerente la scorsa stagione: “Quello che è accaduto l'anno scorso non ci interessa, noi non c'eravamo. Ci interessa vivere questa stagione con allegria e gioia, insieme ai nostri tifosi. Sono 10-11 anni che faccio questo girone, credo di conoscerlo bene: importante è sempre l'atteggiamento, la voglia di saper soffrire. Dobbiamo mantenere sempre la nostra solidità e la voglia di lottare. Chiudere le partite prima? Per ora è importante creare occasioni, poi verranno anche i gol più numerosi”.
Sabato per lui c'è un derby tutto pugliese, benchè tra la sua Andria e Casarano ci siano ben 250 km di distanza. Sarà un derby inedito per lui nelle categorie professionistiche, ma ritroverà Vito Di Bari, l'allenatore dei salentini che è di Andria proprio come lui (in realtà è nato a Trani, ma le origini sono assolutamente andriesi). Un derby batticuore e da vincere per proseguire questa bella striscia iniziale.
