«Annata perfetta, peccato non avere un campo»

L'amarezza di Grieco, responsabile della Virtus Diomede

Benevento.  

Una grande soddisfazione per Sergio Grieco, responsabile della Virtus Diomede. Il lavoro paga sempre, l'occhio di riguardo nei confronti dei giovani, il must per questa società.

“Arrivare alla finale – inizia il responsabile sannita – è il segno che abbiamo lavorato bene. Poi se arrivano i risultati, tanto di guadagnato, ma non è la premessa per cui facciamo calcio. Certo, quest'anno siamo stati fortunati arrivando alle finali in due categoria ben distinte”.

La crescita della Virtus Diomede passa per la presenza di allenatori qualificati, il massimo per permettere ai giovani calciatori di poter imparare educazione sportiva e non solo.

“Noi puntiamo solo su tecnici qualificati, a differenza di altre società che mettono sulle panchine persone che non hanno una qualifica per farlo. Abbiamo Mottola e siamo soddisfatti di lui, e altri che stanno dando una grande mano. Ognuno mette qualcosa di suo per cercare di far crescere questi ragazzi nel modo migliore. Per noi è importante l'educazione, è il primo aspetto che vogliamo curare, poi se arrivano anche i risultati è tanto di guadagnato perchè aiuta a far crescere un ambiente che è già sano. Noi siamo anche una società che lavora sui genitori. Non vogliamo interferenze con l'allenatore e la squadra. Possono parlare solo col responsabile”.

In un'annata perfetta come questa, c'è un solo neo, la mancanza del terreno di gioco, la vera piaga di questa stagione.

“Fino a ora siamo stati ospiti a Pesco Sannita ma è francamente un problema sotto tutti i punti di vista. Servono tempo e risorse per poter sostenere qualcosa del genere. Abbiamo fatto più volte una domanda per avere un terreno di gioco a Benevento ma questa domanda sembra che si sia sempre persa preferendo lasciare il terreno di gioco a società che non prendono parte a nessun campionato. Serve che qualcuno dia spazio ai giovani per trovare una soluzione che possa tutelare una società qualificata come la nostra”.

Fabio Tarallo