Firema Caserta, vittime amianto. Non ci sono prove: pm chiede assoluzione

Nella storica fabbrica di treni 19 operai sono morti e 82 sono malati

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Nessun colpevole: il sostituto Giacomo Urbano ha chiesto l’assoluzione per mancanza di prove di sette ex dirigenti dell’azienda, imputati per omicidio e lesioni colpose

Caserta.  

Sarebbe trascorso troppo tempo e oggi mancano prove sufficienti a carico di sette ex dirigenti della ex Firema, storica azienda casertana che produce carrozze ferroviare, per stabilire le responsabilità penali in merito alla morte di 19 operai che si sono ammalati di patologie asbesto correlate, né per gli 82 lavoratori che nel frattempo si sono ammalati. Nessun colpevole dunque per le vittime dell'amianto. 

Il sostituto della Procura di Santa Maria Capua Vetere Giacomo Urbano ha infatti chiesto l'assoluzione per mancanza di prove gli dirigenti imputati per omicidio e lesioni colpose. Due erano già usciti indenni per assoluzione dal primo processo, in cui la Procura aveva contestato il reato più lieve di rimozione e omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. In seguito era stata aperta una seconda inchiestaper omicidio colposo, indagando altri amministratori succedutisi negli anni, e percorrendo una strada simile a quella della Procura di Torino in relazione alla vicenda dell'Eternit.

A Santa Maria Capua Vetere però le testimonianze dei lavoratori malati non sarebbero state ritenute precise o rilevanti, secondo la Procura sarebbe trascorso troppo dai fatti antecedenti al 1990 quando l'amianto fu eliminato dall'azienda, molti ex dipendenti non ricordavano. Si torna in aula a metà ottobre.