La Guardia di Finanza ha sequestrato beni per un valore complessivo di circa 25 milioni di euro appartenenti a soggetti ritenuti affiliati al clan dei Casalesi, gruppo Iovine e al contiguo ed autonomo gruppo Guarnera di Acilia, quartiere alla periferia a sud di Roma. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Roma su richiesta della Dda. Le indagini del Gico del Nucleo di Polizia tributaria di Roma hanno preso spunto da diverse inchieste che negli anni passati hanno portato in carcere sia esponenti del gruppo Iovine, trasferiti nella capitale sia del clan Guarnera.
Gli accertamenti, eseguiti anche nei confronti di diverse «teste di legno» hanno fatto emergere numerosi beni riconducibili ai membri dei due clan e la sproporzione tra la consistenza patrimoniale e le attività economiche ufficialmente svolte. Il decreto di sequestro riguarda Mario e Salvatore Iovine, Sergio e Sandro Guarnera, Arben Zogu, Orial Kolaj, Petrit Bardhi, Franco Crispoldi e Fabrizio Diotallevi. Oggetto del sequestro sono il patrimonio e i beni di dieci società operanti nella gestione e concessione delle slot machine e di costruzione di edifici, le quote societarie di altre sette società, 18 immobili tra cui alcune ville di lusso a Roma e provincia, in Sardegna e in Abruzzo, 12 tra auto e moto, rapporti bancari e azioni.
Quell'indagine portò all'arresto nel 2006 di diversi personaggi dei due gruppi ma soprattutto, sostengono gli investigatori del Gico, evidenziò una sorta di joint venture tra esponenti di vertice della criminalità organizzata campani e noti appartenenti alla criminalità organizzata romana, a loro volta in contatto con soggetti legati alla banda della Magliana, tra cui Luciano Crialesi e Renato Santachiara.
L'obiettivo della joint venture era la spartizione del settore delle slot machine, la cui installazione veniva imposta sul territorio di Acilia agli esercizi commerciali abilitati ed autorizzati. Sarebbe stato proprio Mario Iovine, secondo le indagini, a voler estendere l'attività dalla Campania al Lazio, coinvolgendo Sergio e Sandro Guarnera. Dopo l'arresto di Iovine, però, i Guarnera si sarebbero resi autonomi e per estendere il controllo del territorio utilizzarono una banda composta da cittadini albanesi, tra cui il pugile Orial Kolaj.
Redazione Ce
