Il 14 luglio è una data storica per la Francia. “La presa della Bastiglia”, per il popolo francese, è una data importante e ieri, sul lungomare di Nizza, con fuochi d'artificio e un via vai incredibile di gente, si stava svolgendo la rituale commemorazione.
Angelo Cretella, regista casertano, assieme alla collega Giusy Marchetta, si trovava all'interno di un ristorante, proprio in prossimità del Promenade, luogo in cui si è consumata l'atto terroristico. Angelo stava cenando in un ristorante arabo, dopo una lunga giornata di seminari che si stavano svolgendo in occasione della 'Summer School Universal di Torino'.
“Sapevamo tutti dei fuochi d'artificio – spiega Angelo con una forte emozione - ma abbiamo deciso di mangiare alle spalle nei pressi, in un ristorante arabo. Ad un certo punto il professore che era con noi, ci ha chiesto se avevamo voglia di fare una passeggiata sulla Promenade, per i fuochi d'artificio, ma noi eravamo stanchi e non abbiamo accettato”.
A questo punto Angelo ha iniziato a vedere la gente scappare, qualcuno urlare, ma non si comprendevano i motivi. Ma la gente che scappava iniziava ad essere sempre più consistente e a quel punto, i ragazzi al tavolo si sono sentiti in trappola. “La folla diventava sempre più numerosa, ci siamo alzati per capire cosa stesse accadendo e sono cominciate ad arrivare le prime notizie del furgone ad alta velocità sulla folla”. Angelo tira un sospiro, si ferma, rivive nella sua mente quei momenti terribili: “Chi parlava di camion imbottito di esplosivi, chi di spari, ho iniziato a pensare agli attentati di Parigi. Non sapevamo che fare, il proprietario ci consigliava di stare seduti”. Come in un quadro Angelo ha impressa nella sua mente e nella sua anima una figura che per lui, è l'emblema della guerra: “L'immagine che mi porterò per sempre nella mente è di una donna marocchina incinta, amica del proprietario, nei suoi occhi ho visto terrore e guerra, l'idea della guerra che è contro tutti”. Poi la decisione di scappare, rischiare la sorte ma raggiungere quanto prima l'albergo, per avere l'illusione, forse, di sentirsi in salvo. “Ero molto scioccato, ieri c'era panico e non razionalità. Abbiamo raggiunto l'albergo ma le notizie non arrivavano, non riuscivamo a capire, poi sono iniziate ad arrivare notizie di morte. Dall'albergo, per tutta la notte abbiamo sentito sirene, ambulanze, vigili del fuoco, adesso si chiede di donare il sangue, perché ci sono feriti gravi”. Alcuni dei ragazzi del seminario, ci racconta Angelo, terrorizzati sono rimasti bloccati in un albergo. Oggi una riunione in Università per parlare di quanto avvenuto, qualcuno probabilmente vorrà andare via. Il terrorismo continua a mietere vittime e il terrore inizia, inconsciamente, ad insediarsi dentro ognuno di noi. “Qualcuno forse vorrà tornare a casa ma bisogna continuare a fare le cose che fai sempre”. Parole comunque di speranza, quelle di Angelo, nonostante la notte di terrore vissuta a Nizza. Neanche il tempo di ricostruire, dopo gli attentati di Parigi, che il mondo intero torna a piangere altri morti...
Serena Li Calzi
