Agguato al vigile, l'ex boss Iovine: "Io il primo a sparare"

Il capoclan dei Casalesi Sandokan è accusato di essere il mandante del delitto

L'ex boss, oggi pentito, ha raccontato la sua verità agli inquirenti

San Cipriano d'Aversa.  

All'agguato contro Diana, il vigile urbano ucciso nel 1989, prese parte il boss Antonio Iovine ed era coinvolto anche il capoclan dei Casalesi Francesco Schiavone, detto "Sandokan". A fare luce su quanto accaduto è proprio Iovine, nella veste di collaboratore di giustizia. Dopo le dichiarazioni del pentito i carabinieri hanno eseguito misure cautelari nei confronti di sette persone ritenute mandanti ed esecutori materiali di quell'omicidio, Diana, secondo quanto si è appreso dal pentito, sarebbe stato il componente della banda a cui era stato affidato il compito di segnalare ai killer la presenza dell'obiettivo. "Fu quello l'ultimo omicidio a cui presi parte. Fui il primo a sparare", ha riferito l'ex boss pentito agli inquirenti. 

Un'ordinanza di custodia cautelare è stata notificata in carcere al capoclan dei Casalesi Francesco "Sandokan" Schiavone e sei tra killer e partecipanti all'omicidio del vigile urbano Antonio Diana. Le indagini sono state condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, coordinati dai pm della Dda di Napoli Catello Maresca e Simona Rossi. L'accusa per il boss del clan casertano, detenuto da 20 anni, è di essere stato il mandante del delitto.

Redazione ce