Los Angeles, tra coprifuoco e Coppa del Mondo: volti opposti della California

Mentre a Los Angeles scatta il coprifuoco per l’ondata di proteste anti-deportazioni

los angeles tra coprifuoco e coppa del mondo volti opposti della california

Singolarità: proprio oggi l’Inter vola negli USA (a Los Angeles) per la missione Mondiale per club: una contrapposizione simbolica tra ordine pubblico e spettacolo sportivo

Crisi a Los Angeles: coprifuoco e proteste. Le proteste anti-deportazioni in corso a Los Angeles hanno portato all’imposizione di un coprifuoco notturno nel centro città, dopo cinque giornate consecutive di manifestazioni e scontri. La sindaca Karen Bass ha dichiarato “stato di emergenza locale” e imposto il coprifuoco in risposta a episodi di vandalismo e saccheggi.

Il governo guidato da Gavin Newsom, che ha denunciato un abuso di potere da parte del presidente Trump, ha avviato un’azione legale per fermare l’intervento dei 4.000 membri della Guardia Nazionale e dei 700 marines inviati dal presidente. Trump ha definito i manifestanti “nemici stranieri” e ha minacciato un intervento militare più ampio, promettendo dure pene e l'uso concreto dell’esercito . Newsom ha risposto: “La California è solo l’inizio” e ha avvertito che “i regimi autoritari iniziano prendendo di mira i più vulnerabili”.

L’entusiasmo sportivo sbarca in USA con l’Inter

Nella stessa regione colpita dalle tensioni, l’Inter è partita da Malpensa alla volta di Los Angeles per avviare la Missione Mondiale per club. A Los Angeles svolgerà i primi allenamenti presso il Centro sportivo UCLA, in vista della partita inaugurale in programma la notte tra 17 e 18 giugno al Rose Bowl contro il Monterrey.

Successivamente la squadra si sposterà a Seattle per affrontare l’Urawa Red Diamonds (21 giugno) e il River Plate (notte tra 25 e 26 giugno), in una fase a gironi del Club World Cup 2025 che vede Inter, Monterrey, River Plate e giapponesi nel gruppo E. In rosa figurano nuovi arrivi come Sucic e Luis Henrique, diversi nazionali e giovani promesse, pronti a vivere l’esperienza americana sotto gli occhi di un pubblico internazionale.

Contrasti e riflessioni: dal calcio alla politica

È singolare che l’Inter si ritrovi immersa, con allenamenti e partite, in un contesto sociale così teso come quello californiano. La città che accoglie una manifestazione dello sport globale è la stessa teatro di una delle più intense crisi politiche e civili dell’ultimo periodo. Da un lato la passione calcistica, simbolo di unità e spettacolo; dall’altro il coprifuoco, l’uso di truppe federali e l'acceso scontro tra istituzioni.

Questo crocevia tra sport e cronaca internazionale offre uno scenario inusitato: mentre i tifosi vivono l’emozione della trasferta e la squadra prepara la stagione internazionale, sullo sfondo si consuma una battaglia istituzionale che coinvolge ministri, governatori, militari e manifestanti, e che richiama antichi timori sul ruolo dell'esercito in patria.

La singolarità del torneo "internazionale"

Nello stesso spazio fisico in cui la Guardia Nazionale pattuglia le strade, l’Inter è atterrata in California per prepararsi all’esordio nel nuovo Mondiale per club. E proprio l’inizio di questa missione assume contorni paradossali: nella notte italiana tra il 17 e il 18 giugno, i nerazzurri affronteranno i messicani del Monterrey al Rose Bowl di Pasadena, imprimendo una nota quasi surreale alla trasferta. I droni che sorvolano la città per monitorare le manifestazioni, le sirene che scandiscono le notti dei quartieri in rivolta, faranno da sottofondo a una squadra di calcio venuta da lontano per rappresentare l’Italia in un torneo mondiale.

Una metropoli bifronte: tra retorica del nemico e abbraccio globale

È proprio la partita contro il Monterrey a rendere evidente il cortocircuito di questa narrazione. Il governo federale considera il Messico come una minaccia, ma l’America del calcio lo accoglie come rivale sportivo in uno dei suoi stadi simbolo. In uno stesso giorno, a pochi chilometri di distanza, un ragazzo può essere arrestato per aver manifestato con una bandiera messicana… e un altro applaudito per averla issata in curva durante una partita. Los Angeles, città dai mille volti, è oggi lo specchio di due Americhe che si fronteggiano: una che chiude, sospetta, reprime; e una che accoglie, gioca, si apre al mondo.