Un raid israeliano ha colpito la Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza City, l’unico edificio cattolico presente nel territorio palestinese. L’attacco, che secondo testimoni sarebbe avvenuto con colpi di carro armato, ha provocato diversi feriti, tra cui il parroco Gabriel Romanelli, figura amatissima dalla comunità cristiana locale. La struttura religiosa, da mesi rifugio per centinaia di civili, ha riportato gravi danni.
Padre Romanelli, voce della speranza in tempo di guerra
Padre Romanelli, argentino, era noto per il suo stretto rapporto con Papa Francesco, con il quale si teneva in contatto quotidiano nei mesi più duri del conflitto. Fu lo stesso Papa, nel corso di un’intervista rilasciata a “60 Minutes” lo scorso anno, a rivelare di chiamare ogni sera alle 19 il sacerdote di Gaza per ricevere aggiornamenti sulle condizioni delle oltre 600 persone che avevano trovato rifugio nella chiesa.
Una minoranza sotto assedio
La comunità cristiana a Gaza è ormai ridotta a circa 1.000 persone, in un territorio di oltre due milioni di abitanti a maggioranza musulmana. La Chiesa della Sacra Famiglia, pur essendo l’unico presidio cattolico, ha da sempre accolto fedeli di diverse confessioni. Secondo il Rapporto 2024 sulla libertà religiosa internazionale del Dipartimento di Stato USA, la maggioranza dei cristiani palestinesi appartiene al rito greco-ortodosso, ma vi sono anche numerosi cattolici.
La condanna di Giorgia Meloni
Immediata e netta la reazione del governo italiano. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha duramente criticato Israele, affermando: “Gli attacchi alla popolazione civile che Israele sta perpetrando da mesi sono inaccettabili. Nessuna azione militare può giustificare un simile atteggiamento”. La premier ha sottolineato come il colpire un luogo di culto dove si rifugiano civili sia “un atto che viola ogni principio umanitario e di diritto internazionale”.
Il contesto di guerra
Il conflitto in corso ha avuto inizio il 7 ottobre 2023, quando Hamas ha lanciato un attacco su larga scala in territorio israeliano, uccidendo circa 1.200 persone e sequestrando 251 ostaggi. Da allora, l’offensiva israeliana ha provocato, secondo il Ministero della Sanità di Gaza, oltre 58.000 morti, più della metà dei quali donne e bambini. Anche se il Ministero fa parte dell’amministrazione di Hamas, le Nazioni Unite considerano i suoi dati come la fonte più affidabile sulle vittime del conflitto.
