Il segnale agli alleati
Un attacco simbolico e strategico
Il lancio del missile balistico che ha raggiunto l’aeroporto internazionale di Ben Gurion rappresenta una svolta nei rapporti di forza regionali. Per la prima volta, gli Houthi riescono a portare un colpo diretto su un'infrastruttura centrale israeliana, a oltre duemila chilometri di distanza dal punto di partenza. È un’azione con molteplici messaggi: a Israele, ma anche agli Stati Uniti, che guidano con la Gran Bretagna una campagna militare continua contro le postazioni houthi.
Armi sempre più raffinate
Tecnologia iraniana e supporto esterno
Nel corso degli anni, il movimento yemenita ha sperimentato decine di lanci, falliti e poi analizzati per aumentare la precisione e l’efficacia dei propri armamenti. I sistemi missilistici vengono forniti dall’Iran e riassemblati sul posto, con possibili componenti cinesi. I lanciatori sono ben nascosti tra le montagne dello Yemen, spesso all'interno di bunker, rendendo difficile l’intercettazione preventiva. La rete di difesa israeliana, sebbene avanzatissima, non può garantire l’infallibilità.
Il fronte del Mar Rosso
Una minaccia costante, al di là dei raid
L’offensiva degli Houthi non si limita al territorio israeliano. I loro attacchi lungo le rotte del Mar Rosso continuano nonostante oltre sessanta operazioni militari della coalizione anglo-americana, che ha impiegato droni, missili da crociera e bombe ad alta penetrazione. La risposta del gruppo yemenita è duplice: propaganda e abbattimenti tecnologici, come dimostra la distruzione di circa venti droni Reaper statunitensi, ognuno dal valore di 30 milioni di dollari.
La frustrazione americana
Il nemico che impara in fretta
L’efficacia crescente delle operazioni houthi alimenta un senso di frustrazione nella Casa Bianca, che non riesce a contenere la minaccia con le attuali strategie. Ogni lancio riuscito, come quello su Ben Gurion, diventa non solo un danno diretto, ma anche una prova della capacità di adattamento di un gruppo che si presenta sempre più come forza asimmetrica credibile in un conflitto che si allarga ben oltre i confini yemeniti.
